Espargarò, che pasticcio
È stata una domenica da incubo per lo spagnolo dell’Aprilia, al primo “zero” dell’anno
Motore in modalità “eco” alla partenza: costretto a tornare ai box, cambia la moto mentre gli altri prendono il via e finisce 16° Ma è in corsa per il titolo
Il Gran Premio Giappone di Aleix Espargarò non è nemmeno iniziato. Nel passaggio di ricognizione, il catalano ha avvertito subito che il motore della sua Aprilia non salisse di giri, procedendo di conseguenza a netto rilento.
Il motivo di tal impedimento? Non era stata disattivata la modalità “eco”, una mappatura utilizzata per il “sighting lap”, in cui i piloti escono dal garage e poi raggiungono la griglia per le procedure di partenza.
ECO. Questa modalità viene attivata per ottimizzare il (poco) carburante a disposizione nei serbatoi ed esclusa prima del warm up lap. Costretto a tornare ai box, Aleix ha effettuato il cambio moto mentre i rivali prendevano il via: allo spegnersi dei semafori la sua corsa era già virtualmente finita, perché inficiata da una gomma posteriore morbida risultata poco adatta alle condizioni meteo e di pista.
L’impegno del trentatreenne di Granollers non è mancato, benché conclusosi più tardi in sedicesima posizione. Si potrebbe pensare a una disfatta definitiva, invece si può ancora fare, lo documenta la matematica, lo dimostra il passo esibito a Motegi.
DISCORSO APERTO. Il numero 41 ha finito al di fuori della zona punti, tuttavia poco distante in termini di rendimento complessivo dalla prestazione compiuta da Fabio Quartararo. Perciò, il discorso titolo rimane per lui e per l’Aprilia apertissimo. Con ancora quattro appuntamenti da completare, l’errore commesso al Twin Ring potrebbe essere presto arrivali chiviato, magari già vincendo a Buriram, teatro della prossima trasferta 2022.
A suggellare il concetto, l’affermazione pubblica di Massimo Rivola, CEO del progetto Aprilia MotoGP: «L’errore è imperdonabile - ha riconosciuto -, eppure, la procedura era a prova di bomba. A volte siamo troppo sofisticati. Bisognerebbe evitare di sbagliare, ma ne siamo usciti fortunati».
Fortunati, in che senso? Lo spiega con calzanti parole: «I non hanno colto grandi risultati, sicché si trattava per noi di enorme occasione sprecata. In primis, capiremo come non ripetere il fallo. Poi motiveremo Aleix: al Chang International
Circuit vogliamo vincere».
MISSIONE. Esatto, vincere, missione concretizzata in Argentina ad inizio aprile, ripetibile ieri nel Paese del Sol Levante, attendibile traguardo in Thailandia, Australia, Malesia e Valencia. A crederci è il diretto interessato. Dapprima comprensibilmente avvilito: «Mi sento molto triste, abbiamo lavorato benissimo, purtroppo una svista ci ha fatto perdere l’opportunità di salire sul podio». Poi ulteriormente determinato: «Sono convinto che avrei potuto centrare il successo, ma è andata come sapete. Andrò dai ragazzi del team per risollevare il morale, perché presto correremo di nuovo, e con la voglia di riscattarci».
Presto, significa venerdì. Le prove libere di Buriram potrebbero smaltire la delusione maturata, alimentando rinnovato coraggio. Dopotutto, El Diablo ha preso solo otto punti, Bagnaia nemmeno uno, Bastianini ha raccolto meno del previsto.
«Una svista non ci ha permesso di lottare per il podio Sono avvilito»
RILANCIO. Aleix, al primo stop stagionale, rilancerà le referenze personali e le quotazioni di Noale, in un campionato in cui arrivare al traguardo è fondamentale, contestualmente a muovere sempre la classifica riepilogativa. Espargarò, Giappone a parte, ci era sempre riuscito, gli avversari sono inciampati più volte. Perché 219 contro 194 potrebbero raccontare di un gap incolmabile, 25 punti tondi tondi. L’esatto valore di un singolo successo, ampiamente alla portata della squadra tinta di nero e decorata da bande fucsia, bianche e rosse.