Corriere dello Sport

Rossi: «Orgoglio e non rimpianto»

- Di Giorgio Coluccia

Aver mancato il pass per le Final Four sul più bello non sminuisce il percorso e l’ascesa di Marco Rossi alla guida dell’Ungheria. Nella sfida decisiva è venuta meno soprattutt­o la tenuta difensiva, visto che prima di ieri sera la selezione magiara alla quale bastava anche il preggio per andare alle Final Four era in testa al raggruppam­ento con soli tre gol subiti e tre clean sheet. E sono mancati in termini di rendimento soprattutt­o Orban, Lang e Attila Szalai, titolari insostitui­bili nel grande percorso in Nations League svanito poi in meno di un’ora contro gli azzurri.

LEGAME. Budapest è la terza città (dopo Parigi e Londra) nella quale l’Italia ha disputato più match nella sua storia e nonostante la necessità di emigrare all’estero il legame del tecnico italiano con il proprio Paese resta indissolub­ile. Anche dopo questo brutto risveglio. «Volevamo riuscire nel miracolo, ma quando giochi contro squadre di un certo calibro c'è bisogno di una partita senza errori, accorta su tutto - ha dichiarato Marco Rossi, piemontese classe 1964 - E comunque avere almeno un pizzico di fortuna che oggi non c'è stato. Voglio ricordare che Donnarumma è il miglior portiere al mondo, non a caso è il portiere del PSG. Ho richiamato l’attenzione di Gigio e gli ho detto: “dopo tante parate, ci hai rotto i c...” Siamo orgogliosi di essere arrivati un passo dalle Final Four. C’è più orgoglio che rammarico se guardiamo nel complesso il cammino che abbiamo fatto in queste sei partite ufficiali dopo l’Europeo dell’anno scorso».

APPLAUSI. A risultato ormai compromess­o, con l’Italia ormai avanti di due gol, la Puskas Arena ha reso omaggio alla sua Nazionale. E al fischio finale del francese Bastien (e l’Ungheria qualcosa da recriminar­e ce l’ha), rimangono il tributo e gli applausi scrosciant­i da parte di uno stadio strapieno tra sciarpe e bandiere per i suoi giocatori, arrivati a un passo da una qualificaz­ione storica. Lo stesso Rossi ha omaggiato anche i suoi calciatori, condividen­do subito dopo la fine del match un eloquente post sui social: «Grazie ragazzi». Infine il tecnico ha elogiato proprio i tifosi: «I nostri tifosi hanno dato una prova di grandissim­o rispetto e civiltà, ma la cosa non meraviglia più di tanti. Sono da tanto tempo nel calcio, ho visto tanti stadi piedi e tifoserie, ma la passione che si respira quando gioca la nazionale ungherese è qualcosa di unico».

«Niente miracolo Donnarumma top Gli ho detto: ora hai rotto...»

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