Corriere dello Sport

Mancini: Italia c’è dicembre da superare

«Raspadori e Gnonto possono diventare devastanti. Il modulo? A me piace vincere in tutti i modi»

- Di Andrea Santoni INVIATO A BUDAPEST ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Senza voce, come non gli capitava da tempo: «Perché gli ultimi 20' ho gridato tanto. Avevamo smesso di giocare...». Roberto Mancini appare misurato davanti a questo primo concreto risultato del suo nuovo ciclo post mancato mondiale: «Siamo soddisfatt­i. E a giugno lo saremo anche di più» ha spiegato il ct riferendos­i alla Final Four di Nations League di nuovo centrata, dopo quella chiusa al terzo posto, a Torino, contro il Belgio, l’ottobre di un anno fa. Senza una squadra di giocatori importanti il commissari­o tecnico in questo settembre di rinascita ha ottenuto anche altri risultati: l’emergere di nuovi elementi chiave, Dimarco su tutti, la maturazion­e di un uomo gol come Raspadori, il ritrovato estro di un regista come Jorginho, soprattutt­o un nuovo modulo, il 3-5-2, promosso a schema valido quando l’amato 4-33 del primo ciclo. Da qui le sue valutazion­i complessiv­e, prima di rientrare in Italia col charter che ha lasciato Budapest nella notte: «Direi che questo grossomodo è il nuovo gruppo, al quale aggiungere magari qualche altro elemento. Intanto possiamo essere contenti di poter contare su un giocatore come Jorginho. Ha giocato due ottime partite, con qualità e dando geometrie alla squadra. Se sta bene è un bel vantaggio per noi». Importante anche il doppio exploit di Dimarco, nuovo Spinazzola azzurro, in attesa del ritorno al top del romanista. Il ct gli ha regalato parole di grande consideraz­ione: «È stato bravissimo, ha attaccato, ha difeso. Lui ha un piede educato».

È stato l’interista che ha messo la firma sulla vittoria nel momento più complicato: «Per settanta minuti abbiamo fatto molto bene, avremmo dovuto fare anche il terzo gol. Il fatto è che davanti abbiamo due bambini, Gnonto e Raspadori. Ecco se loro continuano a crescere, tra due anni possono diventare devastanti». L’ultima valutazion­e sull’evoluzione tattica azzurra: «Adesso sappiamo di poter fare entrambi i sistemi. In fondo il centrocamp­o a tre non cambia. Non ne ho uno preferito. L’importante è vincere. E a me piace farlo sia in un modo che nell’altro». Ma resta un’ombra: «Abbiamo rimesso in piedi un gruppo. Ma il resto rimane e non c’è niente da fare. Dobbiamo scavallare il mese di dicembre e basta».

Due amichevoli a novembre contro Albania e Austria Gruppo rinnovato

PROGRAMMA. Adesso la Nazionale di Mancini si ritroverà il 14 novembre a Coverciano, alla vigilia dell’inizio del Mondiale. Sono in programma due amichevoli, il 16 a Tirana contro l’Albania di Reja e domenica 20, a Vienna, contro l’Austria. È questo anche il giorno di Qatar-Ecuador, partita inaugurale del torneo iridato. La strana coincidenz­a nasce dalla scelta federale di salvare il prime time, che sabato 19, data alternativ­a, sarà destinato dalla Rai a Ballando con le stelle. Giocare alle 18 o 18,30 non è sembrato il punto di caduta ideale.

Il ct dovrebbe chiamare un gruppo ampiamente rinnovato anche perché difficilme­nte avrà la possibilit­à di allestire un nuovo stage, come quello del maggio scorso (destinato a una cinquantin­a di prospetti) se i club durante la sosta mondiale allestiran­no programmi che coinvolgan­o anche i più giovani in rosa o nelle giovanili.

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