Ronaldo-Morata da dentro o fuori
L’ultimo posto per le Final Four si assegna oggi a Braga
Per novanta minuti nessuno penserà alla candidatura congiunta per l’organizzazione dei Mondiali del 2030. Stasera, sul disastrato prato del Municipal di Braga, Portogallo e Spagna si contendono l’accesso alle final four di Nations League. Ai padroni di casa, dopo il poker rifilato sabato alla Repubblica Ceca, accompagnato dal contemporaneo scivolone interno della Roja contro la Svizzera, basterebbe anche un pareggio. Per Morata e compagni, invece, vale solo una vittoria che, in terra portoghese, alla Spagna manca da ben 19 anni (3-0 in un'amichevole datata 6 settembre 2003).
Al Portogallo, con CR7 recuperato e Leao al suo fianco, basta il pari La Spagna annuncia l’assalto
FAMIGLIA. Nonostante la possibilità di giocare per due risultati e, per di più, in casa, Fernando Santos predica concentrazione e umiltà. «Per me non cambia nulla. Noi dobbiamo giocare sempre alla nostra maniera, Se ci concentriamo bene, possiamo battere chiunque». Tutti a disposizione per l’esperto ct, compreso il recuperato Joao Felix e un Cristiano Ronaldo che porta ancora, in volto, i segni del pauroso scontro dello scorso fine settimana con l’estremo difensore ceco, Vaclik. «Ho 25 giocatori, purtroppo non potrò utilizzarli tutti. Cristiano sta bene. Ma tutti i ragazzi paiono a loro agio, come Mario Rui, che per un periodo non era stato con noi, ma una volta tornato si è reinserito senza nessun problema. Siamo una famiglia». L’allenatore, che dovrebbe apportare minime variazioni allo spumeggiante undici schierato a Praga, con Rafael Leao chiamato nuovamente a dar man forte a CR7 in avanti, ha avuto tempo per parlare del terreno di gioco, apparso piuttosto malridotto. «Alla fine, sia io che Luis Enrique abbiamo deciso di allenarci altrove, per preservarlo. Per entrambe le squadre è importante avere un campo in buone condizioni».
FILOSOFIA. Sulla questione è intervenuto anche Lucho. «In realtà non ho visto il campo così male come dicevano, speriamo che non si alzino delle zolle». L’ex allenatore di Barça e Roma, poi, si è mostrato motivatissimo per la sfida con i cugini, che dovrebbe giocarsi con un Morata titolare, dopo i novanta minuti trascorsi per intero in panchina a Saragozza, in occasione della sconfitta con la Svizzera. «Per noi è una finale. Il fatto di partire dietro in classifica non cambia nulla, noi giochiamo sempre per vincere, indipendentemente da chi deciderò di schierare. Possono cambiare le caratteristiche dei calciatori, ma la nostra filosofia rimane sempre la stes
sa». E davanti a chi gli rammenta i due gol incassati dagli elvetici in due giocate d’angolo, Luis Enrique risponde alla sua maniera: «Non ho tempo per provare questa situazione di gioco, abbiamo visto quelche video. Ma non credo che la difesa sia il nostro punto debole, anzi, è la linea migliore che abbiamo». Dirige Daniele Orsato.
Così a Braga (ore 20.45)
C’è il pessimo terreno di gioco a costituire una forte incognita
PORTOGALLO (4-3-3): Diogo Costa; Cancelo, Danilo Pereira, Ruben Dias, Nuno Mendes; William Carvalho, Ruben Neves, Bruno Fernandes; Bernardo Silva, Ronaldo, Leao.
CT: Fernando Santos
SPAGNA (4-3-3): Unai Simon; Carvajal, Eric Garcia, Pau Torres, Gayá; Gavi, Rodri, Carlos Soler; Asensio, Morata, Ferran Torres. CT: Luis Enrique ARBITRO: Orsato (Ita)
IN TV: Sky Sport Uno e Sky Sport Mix