Allegri fa la conta: ecco Rabiot e Locatelli
Il “ritornismo” Max e lo spigolo di Bonucci
La Juve attesa da un momento delicato fra A e Champions Il tecnico recupera alcuni big
Relegata nell’inferno dantesco dei traditori di pronostici. E’ il destino della Juventus in balìa delle voragini di cassa (meno 254 milioni) e dei pesci in faccia (da Benfica e Monza). Massimiliano Allegri è sotto schiaffo da quando tornò, due estati fa, errore suo e topica della società. Diffidare, sempre, di chi rifiuta il Real. Anche se in patria ha vinto, rivinto e stravinto. I corsi e ricorsi al lauto onorario, abbinati alla bassa classifica e al bassissimo gioco, hanno gonfiato e sospinto le critiche verso picchi di ignobile linciaggio.
Gli infortuni, d’accordo. Numerosi e imponenti. Ma se «lo sventurato rispose» (Angel Di Maria ad Armando Izzo, rosso diretto), l’infermeria c’entra poco. Ricorda, Max, il generale George Armstrong Custer al Little Bighorn: difficile non tifare per i Sioux di Lele Adani e Antonio Cassano, anche se mi piacerebbe vederli al comando del Settimo Cavalleria. Restano le spericolate tentazioni del «ritornismo», nascondiglio che per l’italiano medio rappresenta una sorta di gonna materna.
Giovanni Trapattoni, richiamato d’urgenza dall’Avvocato, non seppe ripetersi. Vi riuscì, invece, Marcello Lippi, precettato da una Triade che, fra ombre e penombre, non aveva digerito i secondi posti di Carletto Ancelotti. Al Milan, i bis di Arrigo Sacchi e Fabio Capello raccolsero bottini non certo all’altezza dei rispettivi, gloriosissimi, impatti. Per tacere di Luciano Spalletti a Roma e alla Roma, nel segno di Francesco Totti e di lune di miele diventate tramonti di fiele.
C’è un altro spigolo, nel dossier di Allegri. I rapporti con Leonardo Bonucci. Non necessariamente tempestosi, non obbligatoriamente paciosi. Bonucci è l’unico superstite della rosa che, agli ordini di Antonio Conte, introdusse l’epopea del Novennio. Ne saltò solo uno, di scudetti, per una scappatella al Diavolo. Ha 35 anni, è il capitano della Juventus e della Nazionale. La Lazio di Giorgione Chinaglia e Pino Wilson era un poligono di tiro e, dunque, figuriamoci se mi lascio impressionare dallo sgabello «punitivo» di Porto, dopo che, al culmine di Juventus-Palermo 4-1, allenatore e giocatore erano venuti (quasi) alle mani. Reperti archeologici del febbraio 2017.
Una cosa, però, non l’ho capita. Riguarda la «caccia» alla Salernitana. In piena e trafelata bagarre, Allegri esautorò Dusan Vlahovic e affidò proprio a Bonucci il rigore che in quel momento, sull’1-2, pesava tonnellate, salvo poi cancellarlo dalla formazione di Monza: per scelta? per turnover? Non è che in Champions, con i portoghesi, fosse stato uno dei peggiori. Anzi. Sono le montagne russe, e oscure, che solcano le crisi, rendendole schiave di troppe cause, dal bouquet delle quali si pesca spesso la margherita più comoda: la responsabilità del domatore. Il lancio con cui Bonucci ha smarcato Giacomo Raspadori, solleticandone la maestria tecnica (aggancio-controllo) e l’estro balistico (destro a giro), sembrava un avviso al navigante urlato dalla pancia di San Siro. Nelle burrasche serve «il» capo o almeno «un» capo. In caso contrario, punto e a capo.
La Juve riprende forma. Oggi pomeriggio partirà la settimana di lavoro dei bianconeri che indirizzerà la stagione della squadra di Allegri in serie A e, soprattutto, in Champions. Serve una scossa, serve un cambio di marcia dopo aver toccato il fondo a Monza, il punto più basso della storia recente della Signora; non si può che far meglio. Tradotto, bisogna iniziare per forza a fare risultati e per questa missione arriverà in soccorso di Max anche il recupero di diversi infortunati. La rosa juventina è stata ridotta all’osso dai tanti problemi fisici che si sono susseguiti nelle ultime settimane e che hanno interessato in particolare il centrocampo. Ora sembra essere tornato il sereno e, dall’allenamento odierno in poi, il tecnico conta di ritrovare man mano tutti coloro che nell’ultimo periodo hanno abitato più l’infermeria della Continassa che il campo. C’è bisogno di tutti nel tour del force di dodici partite dal Bologna alla Lazio, passando per le quattro sfide decisive di Champions - che dovranno rilanciare la Juve.
CHI TORNA.
Si comincia domenica sera con il posticipo contro i rossoblu di Thiago Motta e non sono ammessi altri passi falsi, anche per preparare al meglio l’incrocio decisivo con il Maccabi, decisivo per il cammino in Champions. Max conta di riavere a disposizione almeno quattro pedine fondamentali, in attesa di Chiesa e Pogba: innanzitutto Szczesny in porta, in grande spolvero in questi giorni di Nations League con la Polonia. Fari sul centrocampo, dove si conta sul rientro di Locatelli e Rabiot, che hanno saltato gli ultimi tre impegni prima della sosta (Salernitana, Benfica e Monza) per problemi muscolari. Adesso il peggio sembra alle spalle e da oggi inizierà la rincorsa di entrambi verso il Bologna. Se staranno bene, toccherà a loro, considerando che Paredes sarà alla
Il francese e l’azzurro decisivi per il centrocampo: col Bologna torna anche Alex Sandro
Continassa non prima di giovedì, insieme a Di Maria (comunque squalificato per due turni dopo il rosso di Monza), visto che giocherà l’ultima amichevole con l’Argentina alle 2 italiane di mercoledì 28, e che dovrà recuperare al meglio dal volo intercontinentale dagli Stati Uniti. Per due recuperi all’orizzonte, c’è un altro stop da mettere in conto. Miretti, infatti, ha rimediato una distorsione alla caviglia destra con la Under 21 ed è rientrato in anticipo a Torino. Ieri non ha sostenuto ulteriori esami di controllo; lo scenario più verosimile è di un recupero per il Maccabi. In mediana, in ogni caso, Allegri avrà anche a disposizione due jolly di riserva come McKennie e Fagioli pronti all’uso. Altro ritorno in vista è quello di Alex Sandro in difesa, pure lui reduce da noie muscolari: anche dal brasiliano ci si attende la svolta, dopo un inizio deludente. La Juve “virtuale”, come sottolineato da Max proprio come conseguenza degli infortuni, sta quindi per ritornare “reale”, anche perché ci saranno pure Cuadrado e Milik, squalificati a Monza. E il bomber polacco è pronto a ricomporre il tandem con Vlahovic, che staserà sfiderà Haaland in Norvegia-Serbia, per la promozione in Lega A di Nations League. La Juve riprende forma.
L’attacco sulle spalle di Vlahovic che stasera sfida il “re” Haaland