NA ATTO PRIMO Scariolo «Buttiamoci nel fango!»
Il coach della Virtus: «La squadra è dimezzata, tra gli esterni abbonda, meno tra i lunghi. Si gioca senza attese e con animo leggero. Dovrò usare il bilancino»
Sergio Scariolo non poteva che avere un sorriso amaro, snocciolando un quintetto di alto livello. Hackett da playmaker, Teodosic da guardia, Abass da ala piccola e Shengelia-Jaiteh sotto canestro. Un quintetto da corsa in Eurolega, ma ai box in questo inizio di stagione.
Sarà dunque una Virtus dimezzata, come dice il suo tecnico «con animo leggero» davanti a questo primo appuntamento, senza aspettarsi né chiedere chissà quali risposte. L’idea è onorare la competizione e vedere all’opera i nuovi. Iffe Lundberg, a maggior ragione mancando tanta leadership sugli esterni, sembra l’uomo pronto a prendersi in mano la Segafredo di questo avvio. Ex Cska, già nelle ultime amichevoli ha fatto vedere di saper far girare la squadra al ritmo preferito ed è l’elemento che rispetto al passato è in grado di inventare in proprio e fuori dai giochi quando ci sarà bisogno di farlo, aggiungendo ai bianconeri una dimensione ulteriore alle triple dei suoi campioni o alla ricerca della velocità e degli assist. A Semi Ojeleye, stagioni vere e non solo comparsate in Nba a Boston, e a Jordan Mickey, miglior difensore della Vtb League lo scorso anno con lo Zenith, il compito di aumentare l’impatto fisico in chiave Eurolega, mentre Ismael Bako è una scommessa intrigante, lungo alto e leggero, capace di una danza velocissima su piedi insolitamente rapidi per un pivot.
«Abbondanti tra gli esterni, meno tra i lunghi», ha detto coach Scariolo, ammonendo che da una parte non ci dovranno essere musi lunghi se il minutaggio non corrisponderà alle aspettative tra i piccoli, e dall’altra che «bisognerà usare il bilancino» per dosare le forze sotto canestro, dove anche le belle speranze Menalo e Camara dovranno crescere in fretta per dare un supporto. D’altronde il tecnico ha parlato di «scelta chiara», indicando nei playoff di Eurolega l’obiettivo primario, pur senza snobbare le competizioni di casa, anche a fronte di una situazione difficile tra gli italiani, ancora di più dopo il nuovo ko capitato ad Abass.
«Polonara ci avrebbe cambiato la prospettiva», non s’è nascosto il fresco campione d’Europa ricordando l’affare mancato. E ora chiede una Virtus pronta a «lanciarsi nel fango, con lo spirito di una provinciale in lotta per non retrocedere. Anche se in questo caso non ne retrocede una, ma dieci su diciotto», riferendosi all’Europa e a quel «50% di sconfitte patito da chi arriva ai playoff in Eurolega». Perciò servirà «grande compattezza dentro e fuori dal campo».
La premessa è chiara, così come la consapevolezza e la voglia di provarci, sapendo di avere per le mani in ogni caso una squadra che tra innesti, e la conferma in blocco di un impianto già collaudato, ha i requisiti necessari per centrare i suoi obiettivi.
Stasera di nuovo in campo Pajola e Mannion, che hanno saltato tutta la prestagione per l’impegno in Nazionale. «Nico diventerà uno dei più forti giocatori Fiba e magari tornerà in Nba con un ruolo importante. Bisogna solo vedere quando, questo dipende da lui».
Hackett, Teodosic e Jaiteh resteranno fuori per acciacchi che non gli hanno consentito di entrare in condizione, ma tra domenica a Napoli e il 7 ottobre al debutto contro il Monaco nell’Eurolega che mancava da quasi 15 anni, dovrebbero tornare tutti. Qualche settimana in più per Shengelia, mentre Abass lavora con prospettiva 2023. Sia pure con qualche ferita, e casella che il mercato italiano non consente di riempire adesso, ma più avanti chissà, la Virtus parte per fare un altro passo in avanti.
Hackett, Teodosic e Jaiteh acciaccati rientrano a Napoli Shengelia più in là