Corriere dello Sport

Bologna, al supplement­are Lundberg cancella Milano

Le due squadre si inseguono per tutta la partita L’Olimpia conquista la parità, ma nell’overtime gli uomini di Scariolo lasciano solo le briciole: 13-5

- di Francesca Castagna BRESCIA

Il migliore Ojeleye

La chiave: La reazione Virtus nell’overtime

La finale eterna stavolta è una semifinale. E le emozioni ne risentono. Fra la Virtus Segafredo detentrice del titolo e l’EA7 Armani vincono le Vu Nere, all’overtime, ma vince soprattutt­o la noia.

Un big match a mezzo servizio, con una conta di assenti lunga da entrambe le parti. Una delle ragioni, non certo l’unica, per spiegare ritmi lenti, al limite della prudenza, e meccanismi che ancora non sono maturi. C’è tanta strada da fare, nelle due corazzate che, al momento, incarnano il proverbial­e cantiere aperto. Nei primi minuti di gioco i punti inaugurali li mette Ojeleye per la Virtus, mentre l’Olimpia cerca di alimentare Melli sotto canestro. Due punti segnati in quattro midono nuti, Bologna avanti 0-5, Hines però sblocca Milano, dopo più di cinque minuti di gioco, in un primo quarto che è un affare fra difese. Trovare soluzioni sotto le plance sembra un’impresa, se non di pura cattiveria. Ci riesce benissimo Tonut sul 9-5 per Milano che segna un primo mini strappo. Mannion prova a tracciare sentieri illeggibil­i per Bologna, ma Milano è rapace a rimbalzo e si procura secondi tiri che pesano. 20-8 è il massimo vantaggio Olimpia nel secondo quarto, tamponato da Belinelli che prova a riaccender­e la miccia dei suoi. Di sicuro, si accende quella di Devon Hall sulla sponda meneghina, ma il tentativo di fuga non riesce. La Virtus insegue senza mettersi addosso troppa frenesia, tirando pochissimo da fuori (appena 1/6 in venti minuti) in una gara in cui i tiri tengià di loro a morire sulle mani.

Al ritorno in campo dall’intervallo lungo i ritmi scendono ancora di più. Tante palle perse, distribuit­e con buona equità fra le due parti, ma anche tanti tiri mal calibrati che si addormenta­no sul ferro.

Cordinier mette il 34-34 che riapre i giochi, a due minuti dal termine del terzo quarto. L’Olimpia ha perso la spinta propulsiva iniziale, adesso sono le Vu Nere ad alzare i toni del confronto passando avanti dalla lunetta. Come per la prima semifinale, è tutto delegato all’ultimo quarto. Una gara con queste premesse (e con queste statistich­e di tiro) non può che sviluppare i suoi ultimi minuti sul filo del rasoio. E lo scontro rimane fra i confini delle lunette, con Mannion che fa uno su due lasciando una fessura aperta a Milano, e poi Mickey che commette un fallo su Baron mandandolo a tirare quattro liberi. Ne entrano tre, sufficient­i a pareggiare i conti e trascinare la gara oltre il tempo regolament­are. S’arrabbia la Virtus, si districa fra i liberi e va sul +6 con Bako in un amen (59-65). Lundberg mette una delle tre triple di serata che affossa definitiva­mente L’EA7: passa la Virtus, che stasera metterà sul piatto la Supercoppa contro Sassari.

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CIAMILLO Iffe Lundberg, 27 anni, nuova guardia della Virtus

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