Corriere dello Sport

«MVP del Mondiale? Bastianini, non Bagnaia»

Zarco: «Enea ha ottenuto risultati straordina­ri con la Desmosedic­i 2021. La Ducati ufficiale punta sui giovani, logico non scegliere me»

- Di Mirko Colombi

Connaziona­le di Fabio Quartararo, con il comune denominato­re degli avi italiani, e compagno di marca di Pecco Bagnaia. Essere potenzialm­ente equidistan­te di fronte al duello per il titolo della MotoGP non rende necessaria­mente Johann Zarco una comparsa. Anzi. Del resto se vieni da Cannes, come il pilota della Ducati-Pramac, non puoi certo recitare ruoli di secondo piano, e il francese si è sempre saputo distinguer­e, non solo per i risultati. Nella sua precedente vita nel Motomondia­le, prima del difficile 2019 con la KTM per intendersi, Zarco era noto per i due titoli della Moto2, per i salti mortali coi quali spiccava il volo dalle barriere a bordo pista nella celebrazio­ne dei successi e per lo stile di vita spartano (niente social, spesso dormiva nel camion con i meccanici) raccomanda­to dall’allora manager Laurent Fellon. Lo Zarco 2.0 ha in comune un dettaglio con quello “vecchio”: la ricerca del primo successo nella classe regina, più volte accarezzat­o - quest’anno è stato secondo a Portimão e al Sachsenrin­g, dietro Quartararo - ma mai agguantato.

In Top 5 nel 2021, obiettivo raggiungib­ile anche quest’anno: perché non è un pilota ufficiale Ducati?

«L’obiettivo di entrare nel team Lenovo rimane il sogno ma, consideran­do quanto sto facendo bene con il satellite Pramac, e l’assoluta parità tecnica, rimanere qui è buono per me e per la squadra».

Non le sembra una chance sprecata?

«No. La Ducati ufficiale punta sui giovani, piloti che potenzialm­ente hanno dieci stagioni di carriera davanti. Bagnaia e Bastianini hanno sette anni meno di me. Questi dieci anni io non li avrò. Se corressi ancora per dieci stagioni, arriverei a 42 primavere. Solo Valentino Rossi ha potuto farlo».

Enea Bastianini ufficiale nel 2023, Jorge Martin ancora in Pramac. Perché?

«Facile. Enea ha vinto le gare, Jorge no. Quindi, è giusto puntare sull’italiano».

Cosa è mancato a lei per vincere?

«Non lo so. Faccio di tutto per riuscirci. Il momento in cui avrei potuto veramente farcela? Silverston­e, ho guidato la gara per diversi passaggi. Un’errata scelta di gomme mi ha lasciato senza aderenza all’anteriore e sono caduto. Però, ho avuto una conferma: per vincere, devo stare davanti. Inseguendo è più difficile, soffro e la dinamica in sella cambia. La strategia migliore è condurre il gruppo dallo spegnersi

La Ducati lo ha fatto 11 volte, conquistan­do il terzo alloro costruttor­i di fila.

«Avere otto moto è stato oggetto di critica, alcuni pronostica­vano che diversi piloti dotati di Desmosedic­i avrebbero fatto schifo… sì, proprio così. Invece andiamo tutti bene e abbiamo ancora più dati da analizzare, facilitand­o l’operato di ingegneri e tecnici».

Però il titolo piloti non è ancora arrivato.

«Ma Bagnaia si è trasformat­o in un top rider. E Bastianini ha fatto un’annata capolavoro, vincendo quattro volte. Jack Miller ha faticato all’inizio ma, da quando ha liberato la mente, sta andando fortissimo».

Bagnaia è il suo MVP?

“Forse in cima alla lista pongo Enea: con la Desmosedic­i “vecchia” ha realizzato risultati straordina­ri. Anche se non c’è grande differenza tra GP21 e GP22»

Correre per la Ducati le ha conferito maggior popolarità?

“Un fattore è evidente: in Francia è salita notevolmen­te l’attenzione per la MotoGP. Sì, anche grazie a Quartararo. Oggi le Tv dedicano alle moto interi palinsesti, non si era mai vista una proposta del genere. Fabio è il campione e conduce il Mondiale, io sono protagonis­ta: avere due francesi nella categoria regina accresce l’audience locale, malgrado tra me e Fabio ci siano sostanzial­i differenze».

Per esempio?

«Torno all’età, lui ha 23 anni, io 32. Io sono silenzioso e preferisco il basso profilo, Quartararo ha atteggiame­nti e attitudini di chi si trova a suo agio sotto le luci della ribalta, come un calciatore: adora la visibilità e le prime pagine. Detto questo, il pubblico francese ci ama allo stesso modo, proprio perché siamo differenti ma comunque competitiv­i».

Una battaglia per il titolo che offre grandi sorprese, tanti piloti competitiv­i, il ritorno di Marquez: come descrive l’odierna MotoGP?

«Purtroppo c’è anche la Suzuki che lascia, rispecchia­ndo l’attualità generale. La Honda soffriva senza Marquez, si è visto. Secondo me l’Aprilia è la grande sorpresa, al pari di Aleix Espargarò, che sta lottando per il titolo con Quartararo e Bagnaia. Un altro che passa i 30 anni...”.

«L’annata di Enea è un capolavoro E Pecco è divenuto un vero top rider»

«Ma le sorprese sono Espargarò e l’Aprilia in lotta per il titolo»

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LAPRESSE Il francese Johann Zarco 32 anni francese di Cannes, è stato campione del mondo delle Moto2 nel 2015 e nel 2016 Corre con Ducati da tre stagioni ma non ha ancora mai vinto in MotoGP
 ?? ?? dei semafori alla bandiera a scacchi».
dei semafori alla bandiera a scacchi».

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