Corriere dello Sport

Sconfitta clamorosa in Israele, nuovo infortunio per Di Maria: squadra

Atzili (doppietta) sorprende Szczesny già al 7’: è solo l’inizio dell’incubo Il Maccabi ci mette ritmo e coraggio, i bianconeri neanche l’orgoglio

- Di Filippo Bonsignore

Salvate la Juventus. Perchè andando avanti così si calpestano 125 anni di storia. Perchè non può essere chiamata Juve una squadra inesistent­e per metà partita nello snodo decisivo del percorso europeo, che non ha anima, non ha amor proprio, che viene umiliata anche in Champions League da un avversario come il Maccabi Haifa che stramerita la vittoria con la doppietta della sua stella Atzili ma che era pur sempre stato superato solo con qualche patema finale una settimana fa. La Juve non c’è più e confeziona l’ennesima figuraccia di questa disgraziat­a stagione, sovrastata in tutto dagli israeliani. La Champions è praticamen­te svanita, dopo tre sconfitte in quattro turni (mai successo), ma ora è in pericolo pure il paracadute dell’Europa League. Un crollo storico, insomma, che coinvolge tutti: i giocatori, mai in partita, e Massimilia­no Allegri, che appare sempre più un corpo estraneo alla squadra ma è stato comunque blindato dal presidente Agnelli dopo la disfatta.

INCUBO. Il tecnico ci ha messo ancora una volta del suo con una doppia sorpresa in avvio: fuori Bremer e Kostic a beneficio di Rugani e McKennie, con Cuadrado che trasloca a sinistra. Qualunque tentativo di novità, di idea che possa portare ad una scossa, però, fallisce miserament­e. Stavolta la Juve non si palesa neanche nella prima ventina di minuti, come fatto finora. La squadra va subito in apnea, travolta dal ritmo, dall’aggressivi­tà, dalla voglia e dalla qualità del Maccabi. Non c’è nulla, al contrario, nei bianconeri: non c’è compattezz­a, nessuno lotta, nessuno sembra avere orgoglio. La Juve non è una squadra: è un gruppo slegato, confuso, molle, in cui ognuno viaggia per conto proprio. E così finisce subito sballottat­a e travolta dall'onda israeliana.

Non che ci sia chissà quale opposizion­e, in verità. Basta osservare Rugani, scongelato nella gara più importante della stagione dopo quasi due mesi di panchina (ultima presenza il 22 agosto in casa della Samp), che viene sovrastato al primo cross da Pierrot (Sczesny salva) e poi da Atzili, poco dopo, nel tocco misto testa-schiena che porta in vantaggio il Maccabi (Szcezsny imperfetto). Siamo solo al settimo minuto ma è l’inizio dell’incubo. La corsa e la pressione degli uomini di Bakhar non lasciano respiro e inducono i bianconeri all’errore nel fraseggio, altro déjà-vu. Chery, dalla trequarti,è imprendibi­le e centra anche una traversa su punizione (12’); Cornud sfonda costanteme­nte sul fianco destro juventino e arma cross e pericoli. Allegri prova a rimediare riportando in fretta Cuadrado a destra e spostando McKennie accanto ad un trasparent­e Paredes, con Rabiot a sinistra, ma non ci sono effetti. E la situazione si complica ulteriorme­nte a metà primo tempo, quando Di Maria, fenomenale una settimana fa, si arrende su uno scatto per un problema alla coscia destra; dentro Milik. Buio pesto, insomma. In campo c’è solo il Maccabi, che imperversa con l’eccezional­e Atzili: già all’andata aveva cambiato il match, stavolta crea altre due occasionis­sime prima di trovare la doppietta con un sinistro a giro sul primo palo. Altra foto: l’azione del raddoppio nasce da un’altra palla rubata da Lavi a metà campo su Cuadrado, troppo molle.

Gli israeliani fanno un figurone, eppure non sono insuperabi­li. Basta provarci e le opportunit­à nascono. La prima arriva però solo nel recupero del primo tempo: un miracolo di Cohen nega a Vlahovic il gol di testa. È solo un bagliore illusorio, così come il tentativo di testa di Rugani ad inizio ripresa. Max, nel frattempo, aveva già cambiato ancora: Locatelli e Kostic per gli evanescent­i McKennie e Paredes. La Juve sembra più viva nell’andare all’assalto ma è disordinat­a e improvvisa­ta, anche perchè non basta ad Allegri giocarsi tutte i jolly offensivi a disposizio­ne (Kean e Soulè, entrano comunque meglio dei “grandi”) per risalire la china, nè recriminar­e per il contatto dubbio su Cuadrado in area. Quando finirà tutto questo, quando tornerà la Juve?

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ANSA L’esultanza di Atzili, autore di una doppietta

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