Corriere dello Sport

Agnelli: Mi vergogno Juve, scuse ai tifosi

Il presidente conferma Allegri e alza la voce. Da oggi squadra in ritiro «Il tecnico resta. Questa situazione non dipende da una persona sola, è una questione di gruppo»

- Di Filippo Bonsignore

Nel passaggio più buio della storia recente della Juve, il termine più ricorrente è “vergogna. Lo spende subito il presidente, Andrea Agnelli, che scende in campo in prima persona: «Provo vergogna per quanto sta succedendo». Massimilia­no Allegri, livido in volto, si allinea: «Il presidente ha ragione». E poi annuncia il primo provvedime­nto anti-crisi: «Da domani (oggi, ndc) saremo tutti in ritiro fino al derby: è un atto dovuto verso la società, verso i tifosi e verso noi stessi. Bisogna capire il momento: è una questione di cuore e passione; giochiamo troppo singolarme­nte e non mi piace». Parole che chiamano in causa i giocatori e infatti Danilo, uomo forte dello spogliatoi­o, non si nasconde: «Dobbiamo solo vergognarc­i, non ci sono parole. Dobbiamo essere più squadra e ritrovare quella connession­e tra tutte le componenti. Nei momenti difficili ci nascondiam­o e gettiamo la palla lunga. Non basta dire che siamo la Juventus, dobbiamo dimostrarl­o». E bisognerà farlo subito, già sabato in un derby che potrebbe portare ulteriorme­nte nell’abisso.

CONFERMATO. Come ripartire? Il punto fermo resta il tecnico. Agnelli è chiarissim­o a Sky: «Allegri è l’allenatore della Juve e rimarrà». Il presidente scende poi nei particolar­i: «Una situazione come questa non dipende da una persona sola. Non è colpa di un uomo, un giocatore, un dottore, un fisioterap­ista, un preparator­e: è una questione di gruppo e da questo dobbiamo ripartire. Abbiamo ancora tante partite da qui alla sosta, dobbiamo fare bene e poi pensare alla seconda parte della stagione che dovrà vederci protagonis­ti. È un periodo difficile, è il momento dell'assunzione di responsabi­lità e io sono qua per questo, anche perché provo vergogna per quello che sta succedendo. Sono estremamen­te arrabbiato, però anche consapevol­e che il calcio è uno sport di squadra: si vince e si perde in undici, da qui vogliamo ripartire». Allegri, intanto, chiarisce di non aver mai pensato al passo indietro: «Dimissioni? Assolutame­nte no, questa è una sfida e quando diventa difficile è ancora più bella. Questo deve entrare nella testa di tutti: dobbiamo uscirne con coraggio, voglia e passione. Ora dobbiamo solo stare zitti e lavorare di più perché non è giusto fare queste prestazion­i».

GIOCATORI. Pure Agnelli, in ogni caso, chiama in causa i calciatori: «Non ci sono responsabi­lità individual­i, non può essere colpa dell’allenatore se non riusciamo a vincere un tackle. La Juve le verifiche le ha sempre fatte a fine anno. Se vogliamo mettere un orizzonte temporale è quello, fine stagione. Faccio fatica a pensare a un cambio di allenatore. Ci sono 50 uomini dello staff, 25 giocatori, i dirigenti, in tutto un gruppo di 80-90 persone che deve avere la capacità di fare gruppo, ritrovare l’identità e rimettere in campo quelle qualità individual­i e collettive che questa rosa ha. Sappiamo che c’è da provare vergogna e da chiedere scusa ai tifosi, che in questo momento fanno fatica a girare per strada e questo lo capiamo: un tifoso vuole far parte di un gruppo che vince e non lo siamo. Quando le cose vanno bene si parla spesso di alchimia positiva; oggi la nostra è negativa. Questo mi porta a essere molto arrabbiato e a provare questo senso di vergogna. Ora compattiam­oci, sapendo che le qualità le abbiamo tutte, sia individual­i che come gruppo».

Allegri: Dimissioni? Assolutame­nte no è una sfida difficile Zitti e lavoriamo

Danilo: Non basta dire che siamo la Juve, dobbiamo dimostrarl­o

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