Corriere dello Sport

EUROMILAN TUT TO IN SALITA

Il Chelsea rivince, stavolta per 2-0 Jorginho e l’ex Aubameyang in gol Ora a Pioli servono due vittorie

- Di Pietro Guadagno MILANO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Forti proteste per il rigore dell’1-0 e il rosso a Tomori ma sul ko incidono anche i soliti limiti continenta­li dei rossoneri

Incubo Blues. Dopo Stamford Bridge, il Chelsea schianta il Milan anche a San Siro e prenota la vetta del girone. Si complica, invece, la situazione per il Diavolo, che si ritrova al terzo posto. Tuttavia, grazie al pari tra Salisburgo e Dinamo Zagabria, facendo bottino pieno nelle ultime due gare, passerà il turno. E’ una magra consolazio­ne, perché i rossoneri sono usciti dal campo fumando rabbia nei confronti dell’arbitro Siebert, convinti di aver subito un altro torto (dopo quelli dello scorso anno...) sul rigore assegnato per la trattenuta di Tomori su Mount e quindi sul conseguent­e rosso per il difensore. Vero è che il direttore di gara ci ha messo parecchio del suo, e quell’episodio ha cambiato la partita, penalizzan­do la squadra rossonera. Ma c'è pure una parte di colpa di Tomori, che ha dato margine all’arbitro per sbagliare, trattenend­o due volte l’avversario, che comunque è riuscito ad andare al tiro.

SCELTE TATTICHE. Tuttavia, c’è una costante nella campagna europea del Diavolo: in Champions, si gioca un calcio diverso rispetto a quello della serie A, nella quale i rossoneri sono una sorta di “unicum”. C’è più qualità, più intensità, più ritmo, più aggressivi­tà: tutte doti in cui il Milan eccelle sui nostri campi, ma all'estero non riesce a fare la differenza. Volendo anche le scelte di Pioli risultano meno efficaci. Stavolta, la novità è Bennacer, molto basso, quasi in linea con la difesa, che in fase di non possesso si appiccica a Sterling. Krunic, preferito a Pobega, e Tonali, invece, si piazzano in mezzo a Brahim Diaz e Leao, a formare un 4-1-4-1, che cambia forma quando il pallone è in controllo della squadra rossonera. Theo Hernandez, infatti, sale nuovamente a fare il mediano.

MOUNT IMPRENDIBI­LE. E’ un meccanismo che può dare vantaggi in fase di costruzion­e, con il francese che è difficilme­nte intercetta­bile, ma fa anche correre dei pericoli in caso di recupero degli avversari o di ripartenza. Le maglie della difesa, infatti, si allargano, per coprire il vuoto lasciato dal mancino, che non sempre può recuperare la posizione. Per una ventina di minuti, anche la Juve, aveva trovato il modo si sfondare, ma senza concretizz­are. Solo che il Chelsea è una squadra diversa, ha palleggio, ma anche fisicità e soprattutt­o gamba. Così Mount, che agisce sulla trequarti destra dei Blues, diventa imprendibi­le o quasi, con il suo movimento alto-basso. Sul rigore brucia Tomori, scappandog­li alle spalle, ma di spazio là dietro ce n’era fin troppo. Ed è ancora lui a dialogare con Kovacic, per poi inventarsi l’assist che libera davanti a Tatarusanu sia Sterling sia Aubameyang, che firma il suo secondo gol da ex. E per concludere il suo eccellente primo tempo – e la sua gara, visto che Potter lo cambia all’intervallo perché ammonito -, ecco la stoccata da fuori, che il portiere rumeno deve smanacciar­e in angolo.

GIROUD SBAGLIA. Ovviamente, cambia tutto con l’inferiorit­à. In più, il Diavolo si fa prendere dal nervosismo, mentre tutto San Siro che ringhia ad ogni intervento di Siebert. Il vero problema, però, è che il Milan fallisce una colossale occasione per l’1-1. Giroud, abbandonat­o da Chalobah, si trova tutto solo ad incornare il preciso traversone di Brahim Diaz, ma spedisce il pallone fuori. In quel momento, l’unico correttivo deciso da Pioli per gestire l’inferiorit­à è l’arretramen­to come terzino destro di Krunic. Solo dopo il raddoppio, arriva il cambio Brahim DiazDest. Quest’ultimo, nella ripresa, spreca l’unica vera opportunit­à per riaprire i giochi. Mancata quella, arriva il momento della resa, con i cambi di Pioli (e anche di Potter) che sanno di gestione delle forze in vista dei prossimi impegni. andare al tiro ha cercato di tenere distante il rossonero con il braccio sinistro, rafforzand­o l'idea che la decisione più corretta sarebbe stata quella di lasciar proseguire il gioco. Nulla ha però potuto il Var, perché la valutazion­e dell'intensità dei contatti spetta solo all'arbitro in campo. E il cartellino, in quella circostanz­a, deve essere automatica­mente il rosso per Dogso (evidente la chiara occasione da rete) non genuina. La decisione è stata tutta dell'arbitro che aveva la visuale libera per poter valutare. Al 29' pt il Milan vorrebbe l'espulsione di Sterling per il fallo su Krunic: l'arbitro tedesco opta per l'ammonizion­e e non viene chiamato alla revisione a bordocampo dal Var. Dopo 4' di gioco manca l'ammonizion­e a Koulibaly per aver interrotto con un fallo un'azione promettent­e di Theo Hernandez.

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GETTY Stefano Pioli, 56 anni
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