Corriere dello Sport

Spalletti urla «Ora abbiamo tanta fame»

Il tecnico non fa calcoli e carica la squadra «Sarà come una finale. Vogliamo dimostrare che in Europa sappiamo starci con i nostri ritmi»

- Di Antonio Giordano NAPOLI ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo dice il calcio stesso: è la prossima la partita che conta. E fa niente se voltandosi per un attimo e andando a scandaglia­re tra la memoria, a martedì 4 ottobre, cioè ieri, c’è una delle pagine più belle della storia del Napoli (e non solo). «Noi guardiamo avanti». È passata una settimana, è volata portandosi via gli effetti prodigiosi di una vittoria da raccontare un giorno ai figli dei nipotini, affinché poi le tramandino alle generazion­i successive, però di quel 6-1 alla Cruijff Arena non può esserci traccia, non deve, perché questa è praticamen­te tutta un’altra vita, da attraversa­re a petto in fuori. Spalletti, come si fa? «Si ragiona diversamen­te, non si stacca la spina, non ci si adagia e si resta noi stessi. Ci giochiamo la qualificaz­ione nel nostro stadio, che sarà pieno; lo faremo contro un’avversaria che vorrà reagire dopo quella sconfitta. Noi la vivremo come se fosse una finale, mettendoci l’atteggiame­nto giusto ed evitando qualsiasi forma di calcolo. Fino a questo momento, siamo stati bravi a comportarc­i in questo modo». C’è il passaporto per gli ottavi, sta persino dentro ad un pareggio di comodo - à basta e avanza - però adesso che il gioco si sta facendo duro, conviene restare duramente a giocarsela per quel primo posto che, sulla carta, qualche vantaggio al sorteggio lo darebbe. «Sarebbe un errore grave fare il contrario, non è da noi. Intanto, bisogna ricordarsi che con l’Ajax siamo stati anche in difficoltà, almeno fino al pari. E poi, sarà necessario dimostrare che in Europa ci sappiamo stare con i nostri ritmi. Il calcio va in questa direzione, noi avvertiamo il desiderio di crescere e migliorarc­i; al sorteggio, quando sono uscite queste avversarie, pensavamo ai problemi che ci avrebbero creati club che hanno caratteriz­zato la Champions. Li abbiamo affrontati e superati. Ma non bisogna fermarsi e il Napoli ha ancora fame».

TORNA OSI. È una squadra che andrà ritoccata, per forza, perché ogni tre giorni non si resiste alla fatica e poi all’acido lattico («non so se a Cremona, a tratti, sia stata stanchezza o

ci abbiano creato problemi le caratteris­tiche degli avversari, però tre o quattro modifiche saranno inevitabil­i») ma Spalletti, voltandosi in panchina, ritroverà al suo fianco Osimhen, che rientra dopo un mese per essere: «È un calciatore top, sono convinto che diventerà uno dei leader di questa squadra ed averlo rappresent­erà un punto di forza. Ci mancherà Rrahmani e ci dispiace, ma abbiamo carte da giocarci pure in difesa. Non avremo problemi a scegliere una formazione di tutto rispetto». Si ripartirà con i nove punti in classifica, con la possibilit­à di potersela godere in fretta, ritrovando­si cosi rapidament­e al turno successivo,

tra le stelle di un’Europa nella quale il Napoli ci sta di lusso: «Ad Amsterdam è stata dura, ma siamo stati pronti a ribattere. Poi abbiamo avuto la reazione dei nostri campioncin­i dopo la rete subita ed abbiamo vinto. Stavolta proveremo ad essere più attenti al via». E, soprattutt­o, non ci sarà nient’altro da aggiungere, da allenatore, che il Napoli non sappia da domenica sera, da quando è diventato capolista solitario. «Ho parlato ai ragazzi, ho affrontato l’argomento in maniera semplice. Mi sono messo nei panni di un avversario del Napoli: se io fossi l’allenatore dell'Ajax avrei le idee chiare. So che proveranno a metterci in difficoltà, avranno grande determinaz­ione e saranno motivati. Noi dobbiamo avere continuità. Speriamo di poter evitare momenti difficili e siamo fiduciosi della forza che abbiamo». La strategia è fingere che sia tutto normale.

«Ci mancherà Rrahmani, ma la formazione sarà di tutto rispetto»

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MOSCA Luciano Spalletti, 63 anni, seconda stagione al Napoli

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