Non solo Egonu l’Italia delle stelle è in semifinale
Sconfitta la Cina, ritroviamo il Brasile Paola non impeccabile malgrado i 30 punti, ma Mazzanti può gioire con De Gennaro e Lubian
(25-16, 25-22, 13-25, 25-17) ITALIA: Orro 1, Bosetti 6, Lubian 9, Egonu 30, Sylla 12, Danesi 11, De Gennaro (L), Malinov, Pietrini 1, Gennari. Ne: Nwakalor, Fersino, Bonifacio, Chirichella. All. Mazzanti.
CINA: Diao 1, Li 14, Wang Yua. 3, Gong 9, Wang Yun 11, Yuan 9, Wang Me (L), Jin, Ding 4, Yang H. 6. Ne: Gao, Wang Y, Wang W, Chen. All. Bin Cai. Arbitri: Myoi (Jap) e Ramirez Ortiz (Dom).
Durata set: 21’. 24’. 20’. 21’ tot. 1h26’.
di Carlo Lisi
Italia in semifinale! La Cina ci ha provato, ma non è riuscita a frenare la marcia del sestetto tricolore e ancora una volta ha dovuto lasciare il campo sconfitta. Per la pallavolo femminile italiana è già una grande conferma: per la quinta volta negli ultimi sei Mondiali entra tra le prime quattro, obiettivo fallito di misura solo nel 2010, quando si piazzò al quinto posto. Domani alle 20, ancora ad Apeldoorn, in Olanda, le azzurre ritroveranno il Brasile.
Per questa Italia, che pensa ancora più in grande, riuscire a battere ancora la Cina può sembrare un risultato logico, forse persino scontato, ma nel volley degli anni 2000 nessuna partita a questo livello può essere data per vinta prima ancora di giocarla. Lo avevamo scritto alla vigilia della disputa del quarto di finale e il campo ha fatto vedere che anche una squadra travolgente come quella di Davide Mazzanti, che ha dominato il primo set, può essere messa in difficoltà e deve faticare per venire a capo di una avversaria di prima grandezza come la Cina.
CERTEZZE. Le azzurre forse l’impresa più difficile l’hanno compiuta al rientro in campo nel quarto set, dopo che erano state messe sotto nettamente dalle cinesi nel terzo. Non c’era timore negli occhi delle nostre atlete, solo voglia di tornare padrone del campo e la cosa è avvenuta quasi subito. Sylla e Bosetti hanno ripreso a ricevere con sicurezza, ben affiancate da una De Gennaro che non smette mai di stupire per la sua capacità di difendere, ricevere, alzare con la calma dell’esperienza e con la bravura della fuoriclasse. Orro con saggezza ha smarcato le sue attaccanti: Danesi e Lubian al centro della rete, la capitana e Caterina di banda, soprattutto ha trovato in Paola Egonu l’implacabile attaccante che tutto il mondo ci invidia, che qualunque squadra vorrebbe poter schierare con la propria maglia.
Ieri l’opposto azzurro non è stato impeccabile, a dispetto dei 30 palloni che ha messo a terra, ma è stata indispensabile per risalire la china e quattro sue imprendibili bordate hanno fatto capire alla volenterosa Cina che neanche in questa occasione poteva avere la meglio. Parole importanti bisogna spenderle anche per Marina Lubian. La centrale di Moncalieri, 22 anni, 1.92 d’altezza, ha vissuto gran parte del suo Mondiale tra la panchina e la linea di battuta, dove Mazzanti l’ha utilizzata più volte nei primi otto match. Un problema agli addominali di Cristina Chirichella le ha spalancato le porte del sestetto e nella doppia sfida con la Cina ha potuto mostrare il suo grande repertorio, senza timore.
Era difficile ripetere la super prestazione di sabato, spesso succede che quando due formazioni si ritrovano una davanti all’altra dopo così pochi giorni, chi ha perso il primo incontro trovi stimoli e “armi” per capovolgere l’andamento del match. E così è stato, ma solo parzialmente, perché questa Italia ha grandi risorse e molte certezze.
La veterana sa fare tutto, la centrale non fa rimpiangere la Chirichella