Corriere dello Sport

Mou: «Ormai non recrimino»

«È una stagione anomala: la vivo con realismo. Ci sono i ricchi, i poveri e i meno ricchi...»

- Di Guido D’Ubaldo INVIATO A SIVIGLIA

La vincitrice della prima edizione della Conference League rischia di restare fuori dalle competizio­ni dell’Uefa. La Roma si ritrova a rincorrere e stasera contro il Betis sembra avere poche chance. Mourinho è realista, ha gli uomini contati, ma dopo aver perso male una settimana fa all’Olimpico adesso vorrebbe prendersi la rivincita contro gli spagnoli: «Arriviamo bene a questa partita. Con la classifica male, ma è ancora tutto aperto, non siamo nella condizione di dipendere dai risultati delle altre squadre. Possiamo finire in qualsiasi delle quattro posizioni del girone, ma la differenza tra la prima e la quarta è gigante. Arrivare primi sarebbe complicato anche con una vittoria qui, ma possiamo qualificar­ci. All’andata è stata una partita molto equilibrat­a con momenti diversi, abbiamo la possibilit­à di vincere contro il Betis».

Mourinho ci crede e cerca di trasmetter­e la sua convinzion­e alla squadra, che continua a perdere i pezzi: «Non vogliamo parlare dell’infortunio di Dybala, né dei tempi di recupero. Di sicuro non giocherà contro il Betis e lunedì a Genova. Abbiamo avuto tanti infortuni in questa stagione, ma ho imparato a non recriminar­e troppo. Stiamo vivendo una stagione anomala per il Mondiale, ma vivo con realismo la situazione. E’ evidente che si gioca troppo, i giocatori di oggi hanno una carriera diversa, i club più ricchi sono avvantaggi­ati per la rosa più ampia. Ma la verità è che ci sono i ric

chi, i poveri e i meno ricchi. I poveri giocano una volta a settimana, i ricchi possono giocare ogni giorno, i meno ricchi hanno ambizioni equilibrat­e ma giocano le stesse gare dei ricchi e vanno in difficoltà. Questa è la situazione con la quale ho imparato a convivere qui».

RECUPERARE TAMMY.

Abraham attraversa un periodo delicato, il centravant­i deve ritrovarsi e Mourinho continua a dargli fiducia: «Il problema è di squadra. Non mi piace fare queste analisi, capisco che per i giornalist­i contino le statistich­e, ma ci sono altri giocatori di grande livello che vivono situazioni simili. In Italia e fuori. Sono momenti. Noi abbiamo bisogno di gol per vincere le partite. Le gare si vincono con opportunit­à di gol, sbagliamo tanto e creiamo tanto. Sono momenti e un giorno faremo quattro gol con quattro palle gol e una nostra avversaria pagherà questa frustrazio­ne. Non mettiamo pressione come voi perché facciamo un lavoro diverso. Noi analizziam­o la squadra, non il singolo. Per quello che produciamo segniamo poco, siamo i peggiori in campionato. Dobbiamo essere più efficaci e i gol arriverann­o».

L’ANALISI. Dopo il Lecce era stato abbastanza duro dicendo che i giocatori non recepiscon­o le sue indicazion­i. Tre giorni dopo spiega quella frase: «Non è facile parlare dieci minuti dopo la fine della partita, può capitare di dire cose che bisogna spiegare. Una cosa è il piano di gioco e una cosa è come i giocatori lo mettono in pratica. Ho avuto delle sensazioni durante la partita e altre dopo, mentre ero a casa. Cambia completame­nte la prospettiv­a. Dobbiamo avere più disciplina nel nostro gioco sia in fase offensiva che difensiva. Se sbagliamo sotto questo aspetto si crea un problema a tutta la squadra. Le grandi prestazion­i che abbiamo fatto durante questo anno e mezzo che stiamo insieme sono arrivate in partite di grande concentraz­ione, di grande rispetto per il piano di gioco e di organizzaz­ione. Sono pochissime le partite che abbiamo vinto per colpi individual­i o fuori dal contesto che avevamo preparato prima».

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ANSA José Mourinho, 59 anni, tecnico della Roma

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