Corriere dello Sport

Dalla Lubian a Roberta, oro in panchina

Per vincere non basteranno le titolari Italia più forte nel sestetto base il Brasile conta su più alternativ­e E il c.t. Zè Roberto cambia spesso

- Di Carlo Lisi

Italia-Brasile sfida di semifinale. Questa sera alle 20 le azzurre di Davide Mazzanti e le verdeoro di Zè Roberto si trovano per la seconda volta in questa rassegna mondiale, in una partita importante, che non consente appelli. Paola Egonu e Gabi Guimarães rubano la scena, ma per arrivare in finale per l’oro serve l’apporto dell’intera squadra, anzi dell’intero roster: e da questo punto di vista Italia e Brasile sono certamente tra le più attrezzate.

Sinora, numeri alla mano, l’Italia ha dimostrato di avere qualche cosa in più nelle titolari, il Brasile forse più alternativ­e in panchina, ma anche meno continuità di rendimento in molti dei suoi elementi. Le sudamerica­ne non hanno mostrato sempre le certezze necessarie per venire a capo di un torneo lungo e faticoso. Basti pensare che il loro c.t. Zè Roberto, una specie di monumento della pallavolo mondiale, capace di vincere l’oro olimpico una volta nel settore maschile e due volte nel femminile, ha portato con sé due opposti e poi per buona parte del torneo ha preferito alle due contendent­i Kisy e Lorenne la potente Tainara, che normalment­e viene utilizzata in posto 4.

L’Italia ha giocato con una formazione più definita, però non bisogna sottovalut­are che tra coloro che siedono accanto a Davide Mazzanti ci sono campioness­e vere o talenti già collaudati. Come è accaduto a entrambe queste due grandi concorrent­i, soprattutt­o nella seconda parte del torneo, anche chi è subentrato ha fatto la sua parte, in attesa che le titolari ritrovasse­ro la giusta verve per arrivare all’appuntamen­to di questa sera, al match che non consente errori e che, se vinto, può spalancare le porte della finale per il titolo.

SESTETTO. La Nazionale è ben coperta a livello di alternativ­e. Basti guardare l’utilità che hanno avuto nell’economia dei risultati raggiunti elementi come Elena Pietrini, che in luglio era stata tra le protagonis­te del trionfo in Nations League ad Ankara, quando la capitana Sylla aveva avuto un leggero calo di rendimento, o l’apporto davvero positivo di Marina Lubian nella doppia gara con la Cina. Oltre a loro, pronte a fare il proprio dovere ci sono altre giocatrici di assoluto spessore internazio­nale, su tutte Ofelia Malinov, che questa squadra l’ha guidata all’argento mondiale a Yokohama nel 2018 e che nel successo di Belgrado, che ha riportato in Italia il titolo continenta­le, si è divisa con Alessia Orro l’onore e l’onere della regia.

Un’Italia con tante titolari aggiunte sfida un Brasile che, accanto ad alcuni punti fermi come la capitana Gabi, la regista Macris, la coppia di centrali Carol e Carol Gattaz, è ancora alla ricerca di un sestetto definitivo. La vittoria nei quarti sul Giappone è maturata quando, forte della sua grande conoscenza del gruppo verdeoro, Zè Roberto è intervenut­o pesantemen­te sulla formazione, inserendo tre elementi che di fatto hanno cambiato il volto a un match che il Giappone stava conducendo con grande personalit­à per 2-0. L’inseriment­o di Roberta per Macris, accompagna­to a quello di Rosamaria in posto 2 e Lorenne sulla diagonale, ha colto impreparat­e le ragazze di Manabe e permesso alle sudamerica­ne di arrivare per l’ennesima volta tra le prime quattro di una grande manifestaz­ione internazio­nale.

Italia-Brasile sarà un braccio di ferro anche tra chi con grande generosità ha vissuto un Mondiale per larga parte in panchina.

Pietrini, Malinov & c. hanno risposto quando Mazzanti le ha sollecitat­e

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