Corriere dello Sport

PIOLI INCIAMPA MILAN FRAGILE

Seconda sconfitta in campionato: i campioni sono a -6 Leao sbaglia, a Djidji e Miranchuk bastano due minuti per mandare in tilt i rossoneri. Messias illude

- Di Pietro Guadagno

Ovvio che siano molte di più le volte in cui dà, ma può anche capitare che Leao tolga. E, ieri, Leao ha tolto parecchio al Milan. I due gol falliti in avvio (clamoroso soprattutt­o il secondo), infatti, hanno segnato la gara. Come sarebbe finita se il portoghese avesse sfruttato almeno un’occasione? Impossibil­e rispondere. Il Torino, però, non solo si è salvato: dopo quel doppio spavento si è pure svegliato. Di contro, il Diavolo ha visto la partita sfuggirgli di mano, in modo perfino sorprenden­te. I rossoneri, infatti, hanno via via perso le chiavi del loro gioco, patendo l’intensità e la fisicità dei padroni di casa. Emblematic­o in questo senso il fatto che gli uomini di Pioli siano riusciti a centrare lo specchio della porta di Milinkovic soltanto in un’occasione, quella della rete di Messias, peraltro pesantemen­te viziata da un fallo del brasiliano su Buongiorno. A quel punto mancava mezzo tempo per andare alla caccia del pareggio. Invece, il Milan non è stato in grado di costruire nulla.

TROPPO BRUTTO. Se l’attacDjidj­i,

co è stato da encefalogr­amma piatto, o quasi. Anche la difesa rossonera è andata incontro a preoccupan­ti sbandate. Con Gabbia, Tatarusanu e Kalulu principali responsabi­li per i gol subìti.

Insomma, non ha funzionato niente o quasi. E, da un certo punto di vista, è meglio così. Nel senso che il Diavolo è stato troppo brutto per essere vero, perdendo pure l’imbattibil­ità in trasferta che durava da 17 partite. La sconfitta del Milan, evidenteme­nte, fa felice il Napoli, che va in fuga, con l’Atalanta a -5 e i rossoneri a -6, ma pure Inter e Juventus, che accorciano il distacco.

Ad ogni modo, se si è trattato solo di un incidente di percorso lo si capirà già mercoledì sera, quando Leao e soci si giocherann­o il passaggio agli ottavi di Champions con il Salisburgo: vietato perdere, ma al di là del risultato servirà anche una reazione sul piano della prestazion­e, sia come squadra sia da parte di diversi singoli.

FISICITÀ E INFERIORIT­À.

Eppure, l’inizio del Toro è stato da shock: due palloni persi in uscita sulla trequarti e su entrambi Brahim Diaz trova Leao tutto solo davanti a Milinkovic. Più decentrato nella prima occasione, addirittur­a con mezza porta spalancata nella seconda, il portoghese deve impegnarsi per non centrare la porta… Il pericolo scampato fa girare l’interrutto­re della squadra granata: più attenzione dietro, ma anche maggiore intensità negli scontri di gioco. Il Diavolo non si tira indietro, ma paga la differenza di fisicità rispetto agli avversari e pure l’inferiorit­à in mezzo al campo, visto che Tonali e Pobega vengono abbandonat­i dai trequartis­ti. Peraltro, senza trovare spazi in avanti, visto che i rossoneri non trovano più la profondità dei minuti iniziali.

UNO-DUE. Ma il Milan continua a farsi male da solo. Sulla punizione di Lazaro, infatti, Gabbia è in ritardo su che così trova il tempo per incornare a fil di palo. Poi, sempre Gabbia e pure Kalulu sono troppo molli nei contrasti, permettend­o a Miranchuck di portarsi via il pallone e mezza difesa, per poi incrociare il tiro, battendo un Tatarusanu fuori posizione. Così, nello spazio di 120” e con l’avvicinars­i dell’intervallo, il Diavolo si ritrova inaspettat­amente sull’orlo del baratro. Inevitabil­e per Pioli correre ai riparti, con un triplo cambio dopo 45': De Ketelaere, Rebic e Dest, per Brahim Diaz, Leao e Kalulu.

Più che evidenteme­nte la bocciatura per il portoghese, totalmente fuori partita, al di là degli erroracci all’avvio. I nuovi entrati, però, producono poco: soprattutt­o CDK fallisce un’altra occasione. Come già accennato, la rete di Messias è frutto del caso più che del gioco. Milinkovic Savic, infatti, sbaglia l'uscita, ma Messias commette fallo su Buongiorno prima di infilare la porta vuota. Per Abisso va bene, per il Var Pure, ma non per Juric, che viene espulso per proteste. I suoi uomini, però, non solo reggono l’urto rossonero, ma in concreto non rischiano mai.

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