Klopp, problemi e sfiducia
LONDRA - Non poteva essere altrimenti. La sconfitta di sabato contro il Leeds United (e, forse, più del risultato la prestazione) ha gettato nella disperazione il popolo dei Reds. Il Liverpool non perdeva ad Anfield in Premier League dall’aprile 2017, cioè da cinque anni e mezzo. I ragazzi di Klopp sono al nono posto in Premier, da agosto a oggi hanno vinto appena due partite (entrambe per 1-0), quella contro il Leeds è la seconda sconfitta consecutiva. E pure in Champions, dove le cose a livello di risultati (tolta la “prima” contro il Napoli al San Paolo) vanne bene, il gioco spesso non è all’altezza. Con Rangers ed Ajax ad esempio sono
arrivate vittorie eclatanti (7-1 e 3-0) ma per lunghi periodi il Liverpool ha subito gli avversari.
«Sono preoccupato, certo, per tanti motivi - afferma Klopp - Se sei discontinuo non puoi pensare di raggiungere certi obiettivi». Gli infortuni (attualmente ko Diaz, Jota e Matip, ma da Alexander-Arnold a Fabinho, da Thiago Alcantara a Henderson, da Konate a Robertson sono molti i titolari che hanno trascorso tempo in infermeria) rappresentano un’attenuante, la partenza di Mané un’altra. Ma l’impressione è che il giocattolo (quasi) perfetto di Klopp si sia inceppato. Vedi anche i frequenti cambi di modulo, impensabili fino a quest’anno quando il 4-3-3 dettava legge. Al primo posto nel girone, francamente, non crede nessuno (il Napoli dovrebbe perdere con più di tre gol di scarto). Probabile che il Liverpool si concentri sulle ultime due sfide prima della pausa mondiale: domenica contro il Tottenham di Conte e poi con il Southampton. Sperando che lo stop porti le giuste risposte.