Infantino corre per il tris: sarà candidato unico
L’uomo al comando rimane ancora solo, senza traccia di alcun rivale. Il numero uno della Fifa, Gianni Infantino, correrà in solitaria verso il terzo mandato alle elezioni per la presidenza che si terranno durante il congresso di Kigali, in Ruanda, il 16 marzo prossimo. Una notizia giunta a ridosso dell’inizio del Mondiale in Qatar, evento raccolto in eredità dall’epoca Blatter, ma sponsorizzato senza alcuna esitazione negli ultimi anni, tanto da trasferirsi in blocco (un anno fa) a Doha con la famiglia per vivere da pochi passi l’avvicinamento al fischio d’inizio. Ieri il comunicato diffuso dalla Fifa ha spazzato via anche gli ultimi dubbi: «A seguito dell'invito alle elezioni emesso dal Consiglio del 30 marzo scorso, le federazioni affiliate hanno proposto, nei tempi e nelle forme dovute, la candidatura di Gianni Infantino. Non è stata presentata alcuna altra candidatura». Il massimo dirigente, nato a Briga nel Canton Vallese, guida la Fifa ormai dal febbraio 2016, quando venne eletto al secondo scrutinio per poi essere riconfermato nel giugno 2019 all'unanimità dai 211 delegati dell’organizzazione internazionale. In epoca più recente, la massima longevità spetta al brasiliano João Havelange (in carica 24 anni) mentre il predecessore di Infantino, Sepp Blatter, è rimasto alla guida per 17 anni prima di cadere in disgrazia tra gli scandali.
Adesso la strada spianata è proprio quella di Infantino, atteso domenica sotto i riflettori per la partita inaugurale del Mondiale tra Qatar ed Ecuador. A capeggiare il partito degli oppositori c’è la Germania, che aper
Le federazioni non hanno espresso altri pretendenti Germania critica
tamente non sosterrà la sua rielezione: «Vogliamo chiedere un impegno più chiaro da parte della Fifa per i diritti umani e un maggior impegno nelle questioni umanitarie - ha ribadito Bernd Neuendorf, presidente della Federcalcio tedesca - Ci aspettiamo processi decisionali trasparenti e chiediamo ancora l’istituzione di un fondo di compensazione per i parenti dei lavoratori morti o feriti nei cantieri della Coppa del Mondo, oltre all’istituzione di un centro di lavoro per migranti Qatar. Dopo quanto è accaduto servono fatti concreti». Dal canto loro da Zurigo sventolano un fatturato che, per l'attuale ciclo quadriennale, potrebbe toccare i 7 miliardi alla fine di quest’anno e continuano ancora a sperare di poter dare realtà a un Mondiale per club allargato a 24 squadre. Con Infantino in sella almeno sino al Mondiale del 2026.