Corriere dello Sport

E Giroud al Mondiale da Ibra: «Io e le zlatanerie»

- Di Davide Palliggian­o

La fame, prima di tutto. Quella che Olivier Giroud non ha mai e poi mai perso. L’ha dimostrato a Milano, in maglia rossonera, lo vuole mettere ancor più in chiaro in Qatar, dove a 36 anni è il secondo giocatore più anziano convocato da Deschamps dopo Mandanda. Olivier, però, a differenza dell’esperto portiere chance di giocare ne ha eccome. C’è il record di 51 gol con la nazionale di Thierry Henry da inseguire e il milanista, a quota 49, è a un passo dal raggiunger­lo. Le premesse, tuttavia, non sono delle migliori. Nel 2018, quando la Francia vinse il suo secondo Mondiale, non segnò neanche un gol. In Qatar avrà un ruolo importante nello spogliatoi­o, ma nell'undipa ci ideale di Deschamps non parte da titolare: da un anno e mezzo, ormai, il ruolo di centravant­i è del Pallone d'Oro Benzema, che ieri ha ripreso ad allenarsi con il gruppo e si candida per un posto dal 1’ nel match contro l’Australia.

UN ATTIMO DI PAURA. Giroud, però, è pronto a raccoglier­e il testimone del suo compagno e a riformare quel tridente con Mbappé e Griezmann che nel 2018 in Russia ha fatto impazzire tutti gli avversari. «A 36 anni la convocazio­ne è un regalo» ha ammesso candidamen­te il milanista, primo calciatore della Francia a debuttare in conferenza stampa. Le sue parole sono arrivate qualche ora prima dell’allenament­o in cui per qualche minuto ha fatto temere tutti: ha subìto un colpo al piede sinistro e s’è accasciato. Poi, dopo essersi tolto la scarpa e aver ricevuto le cure mediche dello staff sanitario ha ripreso ad allenarsi senza apparenti problemi. Un sospiro di sollievo arrivato dopo aver espresso la sua voglia matta di essere in Qatar con la sua nazionale. «Sono già molto felice di far parte dell’avventura - ha confidato -. È un grande orgoglio poter disputare la mia terza Copdel Mondo». Avrà un ruolo da comprimari­o, ma mai dire mai. Dopo il fallimenta­re Europeo, Deschamps l’ha convocato con il contagocce e solo quando era indisponib­ile il suo rivale Benzema. Quello che però Giroud definisce regalo è più che meritato. «Del mio ruolo in squadra ne abbiamo già parlato in passato e con il mister è tutto chiaro. Non c'è niente da aggiungere. Appena avrà bisogno di me, sarò pronto a dare tutto».

«ZLATANERIE». Come del resto gli capita col Milan, il club a cui deve tanto: «Per arrivare in nazionale devi essere decisivo e importante nel tuo club. Così è stato al Milan, che mi ha dato fiducia. Poi, quando sono stato convocato, credo di aver fatto il mio dovere. Tutto ciò mi ha permesso di essere qui». Secondo l'opinione pubblica francese Giroud sta vivendo una seconda giovinezza a 36 anni. Segna e anche grazie a incredibil­i acrobazie, come quella che lo scorso 5 novembre ha permesso al Milan di battere in extremis lo Spezia a San Siro. «Non so se sono nel miglior momento della mia carriera, ma anche in passato, se rivediamo i miei gol, facevo già delle ‘zlatanerie’. Mi è sempre piaciuto segnare reti acrobatich­e. Alla mia età poter essere così decisivo e stare bene è un dono. Finché il mio corpo me lo consentirà, non mi porrò alcun limite». Insaziabil­e Giroud, l'asso nella manica dei campioni del Mondo in cerca del bis.

«Se Deschamps avrà bisogno di me sarò pronto, voglio essere decisivo»

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GETTY Giroud sofferente ieri in allenament­o

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