Catania, la fuga in due mosse
Lamezia e Acireale sulla strada dei ragazzi terribili di Ferraro
La capolista se ne va? I tifosi lo hanno gridato domenica scorsa, subito dopo avere incamerato i tre punti nella sfida contro un comunque rognoso Canicattì. Ma se la capolista, ovvero il Catania di Giovanni Ferraro, vuole davvero "andarsene" così come sognano i sostenitori rossazzurri, è implicito che nelle prossime due partite non ci dovranno né potranno essere distrazioni di alcun genere. Perché le prossime due partite si giocheranno contro avversarie che di sicuro non saranno arrendevoli. Per ambizioni, innanzitutto, ma anche per blasone.
La prima, dopodomani, in quella Calabria in cui appena due settimane fa gli etnei hanno interrotto la serie di nove vittorie di fila (il pareggio col Cittanova), è quel Lamezia Terme che alla vigilia del torneo veniva indicato come il maggiore antagonista del Catania nella corsa verso la Serie C. La seconda, fra due settimane al Massimino, quell'Acireale la cui storia è sempre stata di forte contrapposizione, per così dire, col club dell'Elefante. Insomma, per quanto nella categoria non esistano avversari che possano essere travolti di sicuro nelle prossime due sfide il Catania non potrà permettersi di giocare di fioretto. E questo Ferraro, che oggi sarà in conferenza stampa per la presentazione del match, lo sa perfettamente.
Lo sanno anche i dirigenti, che continuano a lavorare alacremente per il club - in testa Grella, Carra e Laneri - e che sognano di allungare questo magic moment, fin qui contrassegnato, dopo l'eliminazione in Coppa Italia, ai rigori, per mano della Sancataldese, da dieci vittorie e il pareggio di Cittanova. Un filotto che ha acceso gli entusiasmi di una piazza che non vedeva l'ora di esaltarsi dopo i dispiaceri degli ultimi anni e che puntualmente garantisce sostegno sia in casa sia in trasferta, portando al Massimino non meno di quattordicimila persone. Roba che già in B tante piazze se la sognano e che, in qualche caso, non si vedono neanche in A.