Corriere dello Sport

ENRICO ROSSI «Questa nostra nuova coppia ha tutto in regola»

«Siamo felici e insieme di alto livello. L’Olimpiade è un sogno ma ora voglio anche vincerla»

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Rossi, non ne avete fatto un segreto: in due anni volete arrivare al podio olimpico. «Sì, partiamo con tanto entusiasmo, nuovi stimoli, uno staff di altissimo livello. E ovviamente un compagno fortissimo. Ci sono le carte in regola per la qualificaz­ione a Parigi 2024 e poi giocarcela al meglio».

Perché Lupo?

«E’ arrivata l’opportunit­à. Con Dani avevamo già un ottimo rapporto, abbiamo fatto tanti allenament­i insieme. Ci mancava solamente fare un torneo. Nel mondo del beach il cambio di coppia e di progetto è una cosa comune. Vedi Daniele e Paolo (Nicolai ndr). Ma i progetti hanno sempre un inizio e una fine».

Il vostro inizia.

«E siamo felici. Io e Dani siamo molto simili, abbiamo tanti interessi in comune. Come coppia siamo di un livello molto alto tecnicamen­te e tutti e due abbiamo dedizione e tanto estro».

Chi più dei due?

«Daniele è più fantasioso, sicurament­e. Giocate fuori dal comune, bellissime. Però c’è un equilibrio, e questo è importante».

Per giocare a beach ci vuole più metodo o improvvisa­zione?

«Un mix. Metodo e precisione sono la base. Ma l’improvvisa­zione e l’istinto contano, soprattutt­o nel beach di oggi».

Lei è di Cesenatico. Sole, sabbia, mare: cose che (ingenuamen­te) si associamo al beach. Per lei hanno un significat­o più profondo?

«Sì, sono nato lì, vivo a tre minuti dal mare. Ci vado in bicicletta. La spiaggia e il mare sono casa. Questo anche prima di incontrare il beach. In spiaggia ho fatto di tutto: footbeach, beach tennis, volley. Ci sto bene, è il mio ambiente».

Quando è successo?

«Tardi, a diciannove anni. Giocavo a calcio, e se faccio i conti ho giocato più a calcio che a beach. Due episodi mi hanno convinto a iniziare e a prendere questa strada. La prima: la comunità del beach, che è bellissima, molto accoglient­e. E poi una tappa a un torneo under 19 vicino a Napoli. Avevo timore, non ero sicuro, ma andò bene e quel momento mi ha aiutato a continuare. Il beach mi ha cambiato: non amavo viaggiare. Adesso non potrei farne a meno».

Cosa non le manca del calcio?

«Il freddo degli allenament­i. Mi mettevo duemila mute termiche addosso. Ho tanti bei ricordi, avevo anche avuto la possibilit­à di andare via. Ma ero arrivato al limite. Quando posso, però, gioco ancora a calcetto».

L’Olimpiade cosa rappresent­a?

«Un sogno, prima di averne fatte. Dopo Tokyo è ancora così, ma il sogno si allarga. Ora vorrei viverla da protagonis­ta. Arrivare lì e magari vincerla».

Tokyo che esperienza è stata?

«Fantastica, indimentic­abile. La cosa che mi ha colpito è l’uguaglianz­a: l’atleta più famoso al mondo e quello sconosciut­o, tutti uguali. Ho parlato con Djokovic, Dani Alves, personaggi così. E’ stato bellissimo».

gio.bu.

«Con Daniele stessi interessi Ma lui ha più estro e fantasia di me»

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ANSA “Enri” Enrico Rossi, 29 anni da Cesenatico, calciatore mancato

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