Corriere dello Sport

Eriksen: Sognai questo mondiale

Martedì la gara d’esordio della Danimarca «Lo avevo sperato subito dopo l’incidente. E tutto si è realizzato: sono tornato al calcio e giocherò qui con la mia grande squadra»

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Come ti senti, Christian? «Dispiaciut­o». Ohibò e perché? «Perché eravamo in due in conferenza stampa e le domande le avete fatte solo a me. C’era anche Mathias». Mathias è Jensen, centrocamp­ista del Brentford, che ha passato mezz’ora sul palco senza potersi esibire. Christian invece è Eriksen, un uomo speciale che gioca un Mondiale dopo essere quasi morto dentro a un Europeo. Nonostante la comprensib­ile emozione per una nuova occasione che il destino gli ha concesso, dopo i brividi di Copenaghen e lo scudo umano organizzat­o dal milanista Kjaer, il suo pensiero va sempre e comunque ai compagni, agli amici, alla Danimarca. Una bella persona.

RINATO. «Solo domande sulla squadra, per favore» ripete l’addetto stampa con l’atteggiame­nto di chi sa di combattere una causa persa. Ma è impossibil­e, sotto a questo tendone allestito davanti a un campetto di periferia, non concentrar­si sugli occhi vispi di questo ragazzo di trent’anni che sorseggia ogni momento come se fosse un dono divino. Sotto ai capelli ispidi e alle braccia conserte, Eriksen accetta pazienteme­nte di rivisitare tutto l’incubo con un sorriso accorto: «Sta succedendo ciò che avrei sognato il giorno dopo l’incidente. Sono tornato a giocare e posso partecipar­e a un Mondiale. E’ una sensazione bellissima. E allenarmi in un gruppo straordina­rio rende l’esperienza ancora più stimolante: eravamo già uniti prima ma dopo ciò che è capitato a Copenaghen l’anno scorso il legame è diventato ancora più stretto».

CIAO ITALIA. Lo guardiamo tutti come un miracolato, non perché sia sopravviss­uto a un arresto cardiaco ma perché chi resiste a una scossa simile poi non riprende il filo di una carriera top. Eriksen l’ha fatto e ha addirittur­a risalito un gradino, tornando in Premier League con il Manchester United dopo il breve percorso nel Brentford, proprio la squadra dell’amico Jensen. Forse a conti fatti è più l’Inter a rimpianger­lo, avendolo dovuto salutare a causa delle regole stringenti del calcio italiano in tema di salute. Eriksen in Inghilterr­a gioca con un defibrilla­tore cardiaco sottocutan­eo che per il Coni è un supporto proibito. «Ho un bel ricordo dell’Italia - ci racconta - anzi l’Inter e l’Italia resteranno per sempre dentro di me, anche se la lingua non l’ho mai imparata... Però le nostre strade si sono divise e io sono felice di poter giocare in un club importante come il Man United». Dove Cristiano Ronaldo è ormai un corpo estraneo.

RAINBOW. Sui temi legati al club Christian preferisce non rispondere. Si espone invece senza problemi sulla questione dei diritti umani: la Danimarca avrebbe voluto sfoggiare in Qatar durante gli allenament­i una maglietta di sostegno al concetto di inclusivit­à ma la Fifa ha vietato ogni tipo di messaggio politico durante la coppa. «Ci adeguiamo - chiarisce lui - del resto siamo venuti qui per giocare a calcio. Ma la fascia arcobaleno a favore della comunità LGBT la porteremo. Ci penserà Simon Kjaer». Il suo angelo custode è uno che difende sempre chi ha bisogno.

«L’Inter e l’Italia saranno sempre dentro di me, ora sono felice allo Utd»

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Ha 30 anni, dopo il malore di Euro 2021 gli è stato impiantato un defibrilla­tore sotto pelle, il 17 dicembre del 2021 l’Istituto di Medicina dello sport nega il nulla osta, rescinde il contratto dall’Inter, firma poi per il Brentford e quest’estate si accorda col Manchester Utd
Christian Eriksen Ha 30 anni, dopo il malore di Euro 2021 gli è stato impiantato un defibrilla­tore sotto pelle, il 17 dicembre del 2021 l’Istituto di Medicina dello sport nega il nulla osta, rescinde il contratto dall’Inter, firma poi per il Brentford e quest’estate si accorda col Manchester Utd
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 ?? GETTY ?? I drammatici momenti di Danimarca-Finlandia a Euro 2021
GETTY I drammatici momenti di Danimarca-Finlandia a Euro 2021

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