«Polonia, stavolta faremo più strada»
«Non so se sarà il mio ultimo Mondiale ma mi sto preparando come se lo fosse»
Ultima chiamata per Lewandowski, che a 34 anni suonati si appresta a vivere, in Qatar, la sua seconda avventura in una Coppa del Mondo, dopo le delusioni di Russia 2018, chiuso a bocca asciutta e con la Polonia eliminata fin dalla fase a gruppi. «Non so se questo sarà il mio ultimo Mondiale, ma mi sto preparando come se lo fosse», la riflessione del centravanti del Barça. L’obiettivo dichiarato è portare la Selezione polacca - che ha varcato i confini nazionali scortata da due caccia F16, a seguito dei missili caduti sul suo territorio - il più avanti possibile. La data cerchiata in rosso è il 30 di novembre, giorno in cui Lewa vivrà la sfida nella sfida con Messi, in Polonia-Argentina. «È difficile parlare ora di quella partita perché prima dovremo giocarne altre due. Meglio concentrarci sul Messico». Che rappresenta una sorta di spareggio per il secondo posto del gruppo C, visto che l’Albiceleste parte come favorita per la prima posizione e l’Arabia Saudita pare destinata a vestire i panni della cenerentola. Da Doha Lewa non ha potuto fare a meno di commentare le tre giornate di squalifica che gli impediranno di disputare, al rientro in Liga, le gare contro Espanyol, Atletico e Betis. Severa sanzione giunta a causa di alcuni gesti, tipici della mimica polacca - e pertanto incomprensibili per arbitro e pubblico spagnolo - seguiti all’espulsione di Pamplona decisa dal signor Gil Manzano, direttore di gara che, in passato, aveva già cacciato dal campo i blaugrana Neymar, Luis Suarez e Messi. «Mi pare tutto molto esagerato, anche perché quel gesto non era rivolto all’arbitro. Confido nel ricorso».