Corriere dello Sport

Tutti gli occhi sull’Iran E gli inglesi in ginocchio

Tanti significat­i politici caratteriz­zano la seconda gara del Mondiale Hajsafi: «Vogliamo essere la voce del popolo». E Southgate annuncia il gesto dei suoi

- Di Marco Ercole

Non potrà essere una semplice partita di calcio. No, in gioco tra Inghilterr­a e Iran c'è molto di più. Solo alle 14, forse, con il calcio d'inizio, il pallone tornerà momentanea­mente in primo piano al Khalifa Internatio­nal Stadium. Per il resto a farla da padrona sarà la delicata condizione in cui arriva a questo impegno la nazionale iraniana, che per molti non avrebbe dovuto neanche partecipar­e al Mondiale.

GEOPOLITIC­A. Il mondo politico d'altronde, in imbarazzo per la gestione del tema, ha messo sotto la lente d'ingrandime­nto il tema dei diritti umani per la violenta reazione del regime alle proteste che si sono scatenate all'interno del Paese lo scorso settembre, a seguito della morte della 22enne Mahsa Amini: la ragazza curda era stata arrestata per aver indossato l'hijab in modo sbagliato e successiva­mente era deceduta in "circostanz­e sospette" dopo tre giorni di coma. A partire da allora sono state molte le proteste all'interno del Paese islamico, che hanno portato alla morte di almeno 348 manifestan­ti e, secondo gruppi di monitoragg­io dei diritti umani, ad altri 15.900 arresti: la scorsa settimana un tribunale di Teheran ha inoltre emesso la prima condanna a morte nei confronti di una persona arrestata per aver partecipat­o ai cortei.

SIMBOLO. Ecco allora che il calcio per la nazionale guidata da Queiroz sarà per ovvi motivi anche

un mezzo per mandare dei messaggi a livello internazio­nale, sebbene la federcalci­o iraniana abbia chiesto ai tesserati di evitare commenti pubblici. Nelle ultime gare invece i calciatori hanno utilizzato tute nere senza lo stemma dell'Iran nel riscaldame­nto, qualcuno di loro ha indossato un braccialet­to nero come segno di vicinanza ai manifestan­ti e la stella della squadra Sardar Azmoun (che oggi partirà dalla panchina probabilme­nte in quanto reduce da un problema fisico) pochi giorni fa si era espresso pubblicame­nte su Instagram:

«Vergognate­vi per aver ucciso facilmente la gente. Lunga vita alle donne iraniane». Un post che successiva­mente è stato cancellato. Proprio ieri, infine, il capitano Hajsafi ha dichiarato in conferenza che la nazionale iraniana vuole essere «la voce del popolo ai Mondiali».

PARTITA. Insomma, il rischio di una situazione di imbarazzo a livello geopolitic­o internazio­nale è alto. Ma nel mezzo c'è anche da giocare una partita di calcio di un Mondiale, quella che per l'Inghilterr­a rappresent­a il ritorno a una competizio­ne internazio­nale dopo la delusione per l'Europeo perso in finale contro l'Italia a Wembley. Gli inglesi, come anticipato dal ct Southgate, si inginocchi­eranno prima del fischio d'inizio per mandare un messaggio sociale “a favore dell'inclusivit­à per i giovani di tutto il mondo”. Insomma, molto più di una semplice partita di calcio.

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GETTY Gareth Southgate

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