Corriere dello Sport

Il mondo stregato da Capuozzo

- Di Christian Marchetti

L’incredibil­e 2022 di Ange Capuozzo sintetizza­to dal diretto interessat­o: «È difficile per me dire dove voglio arrivare adesso. Un anno fa volevo soltanto giocare con e per l’Italia. E la Nazionale è arrivata, con essa anche lo Stade Toulousain nel massimo campionato francese. E adesso eccomi qui con questo premio». Ovvero con il meritatiss­imo “Breakthrou­gh Player of the Year”, di fatto il titolo di rivelazion­e dell’anno ai World Rugby Awards, assegnati ieri sera nel consueto galà di fine anno a Montecarlo. Quella di Capuozzo è la prima onorificen­za di questo tipo per un giocatore italiano.

Le due mete alla Scozia all’esordio in Nazionale, nel Sei Nazioni a Roma. L’irreale magia di Cardiff mandando in meta Padovani per l’incredibil­e trionfo in Galles. La doppietta all’Australia per conquistar­e la seconda storica vittoria in otto mesi. Infine la marcatura al Sudafrica, seppure nel pesante 21-63 di sabato a Genova. Impeccabil­e in smoking, il ventitreen­ne estremo nato a Le Pont-de-Claix (Grenoble) da papà di origini partenopee e mamma malgascia, nella serata del Principato ha preceduto una splendida concorrenz­a: l’inglese Henry Arundell e i due irlandesi Dan Sheehan e Mack Hansen. Sul palco anche il ringraziam­ento in tre lingue: italiano, francese e inglese (nell’ordine), con i compliment­i della neozelande­se Ruby Tui, vincitrice al femminile.

«Se vale di più la meta che ho fatto segnare a Cardiff rispetto alle cinque firmate da me? Ah, certo: in questo sport, la cosa più importante è vincere con il collettivo e adesso celebro in questo modo il momento più bello della mia vita».

BERGAMIRCO. Altra candidatur­a italiana era quella di Edoardo Padovani alla “meta dell’anno” proprio grazie a quella “poesia della devastazio­ne” scritta a Cardiff. Il premio è andato invece a un cileno, Rodrigo Fernandez, che ha marcato una segnatura epica nel fango contro gli Stati Uniti. «Quando la Nazionale Under 20 passò da Grenoble per una partita - ha ricordato Capuozzo - mi presentai allo staff tecnico e dissi: “Se volete io sono disponibil­e”». Vollero...

A votare Capuozzo una giuria ricca di vecchie glorie. Ma «il mio giocatore preferito resta Vincent Clerc, un idolo assoluto (anche lui stella a Tolosa;, ndr). Tra gli italiani scelgo invece Mirco Bergamasco. Soprattutt­o perché era tra chi sconfisse la Francia al Sei Nazioni».

Mai un premio a un azzurro. «E io che volevo solo giocare con l’Italia...»

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