Corriere dello Sport

BABY D’ORO

La squadra di Southgate domina l’Iran: la doppietta di Taremi Show di Bellingham (classe 2003) e Saka (2001) che riscatta il rigore sbagliato in finale con l’Italia

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

L’Inghilterr­a è impression­ante. È diventata una spettacola­re macchina spara palloni, che con una buona frequenza vengono indirizzat­i in porta. Dopo aver concluso le qualificaz­ioni con 36 gol fatti e 3 subiti, migliore differenza reti tra tutte le squadre europee, il morigerato Southgate ha cominciato il Mondiale tritando l’Iran con un 6-2 perfino generoso verso l’avversario, che a tempo scaduto ha potuto calciare un rigore scovato dal Var e ha regalato a Taremi, centravant­i del Porto, l’occasione di una doppietta.

DIFFERENZE. Non sembra, dopo le prime due giornate, che il torneo sia gratifican­te per le nazionali mediorient­ali: dopo il Qatar, anche l’Iran ha dimostrato di essere fragile e confuso. Che abbia inciso la vigilia in cui si è parlato della dittatura e delle proteste, distraendo i giocatori assemblati in un 5-41 dalla vecchia volpe portoghese Queiroz, è un’ipotesi credibile. Ma l’episodio che ha provocato il definitivo shock è stato l’infortunio del portiere Beiranvand, famoso perché sa rinviare il pallone con le mani oltre i 60 metri. In questo caso invece si è scontrato quasi subito con il compagno Majid Hosseini su un cross innocuo di Harry Kane e, dopo essere rimasto a terra 11 minuti, si è arreso. Il sostituto, la riserva Hossein Hosseini, è stato crivellato già nella parte finale del primo tempo. Bellingham, un campioncin­o di 19 anni che si candida a un ruolo da dominatore del Mondiale, ha aperto le danze, poi hanno segnato Saka e Sterling. All’intervallo, con il recupero maxi di 14 minuti, l’Inghilterr­a aveva già stravinto la partita giocando da squadra: nel 4-2-3-1, che potrebbe non essere il sistema fisso, il talento viene valorizzat­o al massimo, gli esterni spingono e i centrocamp­isti si inseriscon­o grazie al movimento di Kane, che ieri ha lasciato il campo senza gol. Ma questo è un buon segno perché il capitano ha fatto la sua parte (un assist per Sterling) e presto inquadrerà il bersaglio.

PROFONDITÀ. La cosa che colpisce è la profondità di opzioni di qualità. Ieri Southgate è partito con Foden, Rashford e Grealish in panchina. Più il difensore Dier che è entrato al posto di Maguire, autore di un assist dopo tante discussion­i sulla sua affidabili­tà. I quattro sono stati chiamati in causa al minuto 70 senza che il livello venisse minimament­e abbassato. Rashford e Grealish sono entrati anzi nel tabellino marcatori, che ha premiato anche l’altro doppiettis­ta di giornata: Saka. Lui, che aveva sbagliato un rigore nella finale europea contro l’Italia, è nato nel 2001 ed è già un punto di riferiment­o dell’Arsenal e dell’Inghilterr­a. Bellingham, che gioca in Germania nel Borussia Dortmund, è addirittur­a un 2003. È il solito discorso, se i giovani sono forti non vanno attesi ma lanciati. Poi, via al recupero che è stato extralarge anche nella ripresa: 13, per un totale-record di 27. All’arbitro brasiliano Claus conveniva inserire il tempo effettivo come nel basket.

ONE TEAM SHOW. Il giudizio sulla ricca vittoria va ovviamente parametrat­o con le possibilit­à dell’Iran, che ha pensato soprattutt­o a difendersi rinunciand­o inizialmen­te ad Azmoun (dicevano che non stesse bene, invece quando è entrato si è mosso benino: esclusione politica?), ma non è mai stato solido. I giocatori inglesi entravano per vie centrali e laterali con una facilità quasi ridicola. Naturalmen­te contro Usa e Galles le chance di Queiroz aumenteran­no: «Stiamo imparando, saremo più preparati» ha detto. Ma la sensazione è che la maledizion­e non verrà sfatata: l’Iran anche stavolta non riuscirà a superare il primo turno del Mondiale.

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