BABY D’ORO
La squadra di Southgate domina l’Iran: la doppietta di Taremi Show di Bellingham (classe 2003) e Saka (2001) che riscatta il rigore sbagliato in finale con l’Italia
L’Inghilterra è impressionante. È diventata una spettacolare macchina spara palloni, che con una buona frequenza vengono indirizzati in porta. Dopo aver concluso le qualificazioni con 36 gol fatti e 3 subiti, migliore differenza reti tra tutte le squadre europee, il morigerato Southgate ha cominciato il Mondiale tritando l’Iran con un 6-2 perfino generoso verso l’avversario, che a tempo scaduto ha potuto calciare un rigore scovato dal Var e ha regalato a Taremi, centravanti del Porto, l’occasione di una doppietta.
DIFFERENZE. Non sembra, dopo le prime due giornate, che il torneo sia gratificante per le nazionali mediorientali: dopo il Qatar, anche l’Iran ha dimostrato di essere fragile e confuso. Che abbia inciso la vigilia in cui si è parlato della dittatura e delle proteste, distraendo i giocatori assemblati in un 5-41 dalla vecchia volpe portoghese Queiroz, è un’ipotesi credibile. Ma l’episodio che ha provocato il definitivo shock è stato l’infortunio del portiere Beiranvand, famoso perché sa rinviare il pallone con le mani oltre i 60 metri. In questo caso invece si è scontrato quasi subito con il compagno Majid Hosseini su un cross innocuo di Harry Kane e, dopo essere rimasto a terra 11 minuti, si è arreso. Il sostituto, la riserva Hossein Hosseini, è stato crivellato già nella parte finale del primo tempo. Bellingham, un campioncino di 19 anni che si candida a un ruolo da dominatore del Mondiale, ha aperto le danze, poi hanno segnato Saka e Sterling. All’intervallo, con il recupero maxi di 14 minuti, l’Inghilterra aveva già stravinto la partita giocando da squadra: nel 4-2-3-1, che potrebbe non essere il sistema fisso, il talento viene valorizzato al massimo, gli esterni spingono e i centrocampisti si inseriscono grazie al movimento di Kane, che ieri ha lasciato il campo senza gol. Ma questo è un buon segno perché il capitano ha fatto la sua parte (un assist per Sterling) e presto inquadrerà il bersaglio.
PROFONDITÀ. La cosa che colpisce è la profondità di opzioni di qualità. Ieri Southgate è partito con Foden, Rashford e Grealish in panchina. Più il difensore Dier che è entrato al posto di Maguire, autore di un assist dopo tante discussioni sulla sua affidabilità. I quattro sono stati chiamati in causa al minuto 70 senza che il livello venisse minimamente abbassato. Rashford e Grealish sono entrati anzi nel tabellino marcatori, che ha premiato anche l’altro doppiettista di giornata: Saka. Lui, che aveva sbagliato un rigore nella finale europea contro l’Italia, è nato nel 2001 ed è già un punto di riferimento dell’Arsenal e dell’Inghilterra. Bellingham, che gioca in Germania nel Borussia Dortmund, è addirittura un 2003. È il solito discorso, se i giovani sono forti non vanno attesi ma lanciati. Poi, via al recupero che è stato extralarge anche nella ripresa: 13, per un totale-record di 27. All’arbitro brasiliano Claus conveniva inserire il tempo effettivo come nel basket.
ONE TEAM SHOW. Il giudizio sulla ricca vittoria va ovviamente parametrato con le possibilità dell’Iran, che ha pensato soprattutto a difendersi rinunciando inizialmente ad Azmoun (dicevano che non stesse bene, invece quando è entrato si è mosso benino: esclusione politica?), ma non è mai stato solido. I giocatori inglesi entravano per vie centrali e laterali con una facilità quasi ridicola. Naturalmente contro Usa e Galles le chance di Queiroz aumenteranno: «Stiamo imparando, saremo più preparati» ha detto. Ma la sensazione è che la maledizione non verrà sfatata: l’Iran anche stavolta non riuscirà a superare il primo turno del Mondiale.