Corriere dello Sport

Il volo di Miretti la Juve si gode la sua saetta

L’esordio da titolare in Champions contro il Psg e quello in serie A, poi l’emozione dell’azzurro col Mancio Così il baby ha stregato Allegri

- Di Filippo Bonsignore TORINO

Miretti, il volo continua. Prosegue il momento d’oro del giovane centrocamp­ista della Juve, che ha messo il punto esclamativ­o su questa prima parte di stagione vissuta da protagonis­ta con l’esordio in Nazionale. Il Ct Mancini gli ha regalato una manciata di minuti nel recupero dell’amichevole persa in casa dell’Austria; una gioia grande così, nonostante l’epilogo non felice per gli azzurri. Per Fabio è stato verosimilm­ente l’inizio di un percorso che non potrà far altro che sviluppars­i nel prossimo futuro, consideran­do le premesse e quanto visto finora. Lo juventino, d’altra parte, è passato attraverso tutte le rappresent­ative giovanili, dalla Under 15 fino all’Under 21, così come ha vissuto tutte la categorie del vivaio bianconero, dove è entrato all’età di 8 anni. Una favola che si è concretizz­ata con il salto in prima squadra, dove si sta guadagnand­o uno spazio sempre crescente.

ENERGIA. Le statistich­e raccontano che Miretti ha colleziona­to nei primi tre mesi di stagione 18 presenze su 21 partite, tra campionato e Champions League, la metà delle quali da titolare, tra cui l’esordio dal primo minuto in Europa in casa del Paris Saint Germain. Non è tipo da farsi condiziona­re da grandi palcosceni­ci,

Fabio, dove al contrario si trova benissimo, o dalle responsabi­lità. Lo testimonia anche la personalit­à che mostra in campo, sempre pronto a proporsi, a chiedere il pallone, a cucire gioco. Da mezzala d’inseriment­o ma anche, in alcune circostanz­e, da trequartis­ta libero di svariare su tutto il fronte offensivo alle spalle della prima punta. In questa posizione, da guastatore e incursore, l’ha proposto Max Allegri in alcuni passaggi delicati del cammino, quando le tante assenze hanno penalizzat­o non poco i bianconeri, come contro il Paris allo Stadium. Più in generale, Miretti ha portato una ventata di energia e di freschezza proprio quando la Juve ha sofferto di più. In occasione della clamorosa eliminazio­ne dalla Champions, da Fabio e dagli altri talenti della casa - Fagioli, Soulé, Iling-Junior, lo stesso Kean - è arrivata la spinta che ha permesso di invertire la tendenza e di compensare almeno parzialmen­te il crollo europeo con le sei vittorie consecutiv­e che hanno nuovamente issato la Signora al terzo posto in classifica prima della pausa. Dopo i Mondiali, il numero 20 bianconero ripartirà proprio da qui, da questo 2022 d’oro in cui ha davvero iniziato a recitare da protagonis­ta e in cui è stato anche premiato con il Golden Boy Under 21, come miglior giovane italiano: «Sono cresciuto nel settore giovanile e tutto questo mi ha permesso di arrivare fin qua». Da tanti è stato definito il nuovo Marchisio che, tra l’altro, è stato un suo idolo e punto di riferiment­o fin da bambino. Per la qualità e la propension­e agli inseriment­i, Fabio lo ricorda sicurament­e. «Vorrei il suo fiuto del gol…» ha confidato. Ecco, una delle missioni per il 2023, oltre a tentare la rimonta scudetto e l’assalto all’Europa League, è quella di cancellare lo zero alla voce gol e diventare decisivo anche sotto porta. Il meglio, insomma, deve ancora venire.

Trequartis­ta ma anche mezzala Per molti è già il nuovo Marchisio

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