«Ferrari ora arriva il passo più difficile»
Macchina e motore stategie e gestione dei piloti: come ripartire dal secondo posto e puntare ai titoli Binotto: «Quella del 2023 sarà una Rossa-evoluzione. Non imiteremo Red Bull o Mercedes» Presto un incontro con Leclerc
Ricominciare da tutto, migliorare tutto, intervenire su tutto. Non c’è una particolare area, non un unico aspetto del mosaico sul quale la Ferrari possa rilassarsi. Perché da seconda in classifica arriva la prova più dura: quella dell’ultimo gradino da salire. «Serve un altro passo in avanti ed è sicuramente il più difficile», non si nasconde Mattia Binotto.
Centrati gli obiettivi che il presidente Elkann aveva dato per il 2022, bisogna restare affamati. «La macchina è la cosa più importante e dovrà essere veloce e affidabile, due aspetti che devono viaggiare di pari passo».
MOTORE. Vero, anche perché la fragilità del motore di quest’anno è stata conseguenza dell’alta potenza su cui è stato impostato, pensando proprio al fatto che aumentare le prestazioni delle power unit non fosse consentito, ma modificarle per renderle più robuste sì. Le rotture di Barcellona, Baku e Red Bull Ring hanno così avviato indagini e oggi «ci è ben chiaro cosa va fatto» dice Binotto, e sono parole rassicuranti.
LA ROSSA CHE VERRÀ.
Azzeccare il progetto della Ferrari 2023 non sarà meno importante, anzi. Nessuno stravolgimento rispetto all’ottima F1-75, inciampata nella famigerata direttiva tecnica 39 che ha costretto ad alzare le altezze da terra. La Ferrari era la macchina più bassa e per assecondare al meglio la modifica avrebbe dovuto ritoccare le sospensioni, intervento vietatissimo nel corso della stagione. Tutto rimandato al prossimo anno dunque.
«La vettura sarà diversa ma non stravolgeremo i concetti di base della F1-75, che tra noi in squadra avevamo soprannominato “la nostra guerriera”», è sempre Binotto a parlare. Non ci sarà da correre dietro a nessuno: «Non somiglierà a una Red Bull né a una Mercedes, ma da entrambe dovremo guardarci perché saranno fortissime, sicuramente».
GESTIONE GOMME. Con la macchina poi sono cresciuti i tecnici nella loro capacità di comprensione. Dopo tanti «dobbiam capire» arrivano gli «abbiam capito», vivaddio. «Abbiamo appreso molto sulla gestione delle gomme, come si è visto ad Abu Dhabi. Se spingi subito rovini il rendimento delle coperture per l’intero stint (pezzo di gara in cui si usa un singolo set di pneumatici, ndr) ma se invece riesci a risparmiarle all’inizio, cose che ad Abu Dhabi ha fatto Charles ma non Carlos perché era in lotta con Hamilton, ti ritrovi poi un credito da incassare».
STRATEGIE. Naturalmente ci sono anche la magagne da sanare. Le strategie, ancorché azzeccate nell’ultimo gran premio della stagione, rimangono un tallone d’Achille. Il muretto sembra aver bisogno di rinforzi, soprattutto a livello di lucidità, come ha recentemente dimostrato il caotico venerdì di Interlagos.
Binotto ha sempre difeso a oltranza i suoi, ma questo è uno dei due aspetti (l’altro è la necessità di essere più spregiudicati, dandosi il coraggio di giocare a una punta) che ha creato una crepa nella sintonia tra il team principal e Leclerc. Ed ecco l’altro punto cruciale, meno scontato della «macchina veloce e affidabile» ma più delicato.
CHIARIMENTI. Incontri tra Binotto e Charles avverranno nelle prossime settimane quando i piloti saranno molto impegnati a Maranello, tra un dicembre al simulatore e alcuni giorni di test Pirelli con gomme da pioggia, a Fiorano.
Chiarirsi sarà fondamentale per ripartire e il risultato di Abu Dhabi che ha rimesso la chiesa (leggi Leclerc) al centro del villaggio, certo favorirà questo processo. Nessuno vuole “barrichellizzare” Carlos Sainz, ma quando il Mondiale avrà preso una piega precisa toccherà fare scelte nette, aggressive, anche ciniche se del caso, perché punti per strada non se ne possono lasciare. Scelte valide per un anno ovviamente, ché poi si ricomincerà dallo zero a zero.
«Sulle gomme abbiamo capito» Ma le tattiche vanno migliorate
CONVINZIONE. E last but not least – detto nella lingua più usata ai piani alti della Ferrari paladina del made in Italy – sarà fondamentale che John Elkann si convinca del lavoro svolto dalla Gestione Sportiva che non è solo «la squadra di Binotto», come il presidente ebbe a definirla in settembre.
La fiducia dei vertici è fondamentale: la base di tutto. Il finale di stagione e la missione compiuta consentono alla presidenza di premere il tasto reset e ripartire, con maggiore convinzione, assieme, tutti.