E Neymar lo aspetta, ha tutto il Brasile alle spalle
Fin qui non ha ancora parlato. Qualche pensiero in libertà via social c'è stato, nessun messaggio particolare. Piuttosto sono gli altri ad aver parlato di Neymar, fuori dalla Seleçao è uno dei bersagli preferiti da critica e tifosi avversari, all'interno del team Brasile c'è invece un fronte comune che lo difende, lo esalta, lo coccola. Sempre e comunque. D'altronde la caccia alla sesta Coppa del Mondo non può che passare dall'umore di O'Ney, rispetto a Leo Messi e Cristiano Ronaldo per lui non si tratta di un ultimo giro di danza, ma mai come in questa occasione sembra proprio il Brasile a poter vantare i favori del pronostico. Questa volta c'è una square dra solida alle sue spalle: uno dei portieri più forti al mondo come Alisson, una difesa ricca di campioni e alternative, un centrocampo completo e una serie di moschettieri là davanti che possono permettergli di agire in libertà e senza altri compiti se non quello di fare la differenza. E quando Al Khelaifi ha pensato a lui per far salire di livello il parco di stelle del suo Psg, puntando tutto su Neymar ha lanciato la lunga volta promozionale del Mondiale in Qatar scegliendolo come l'uomo ideale da piazzare in copertina. Che questa Coppa del Mondo però non voleva solo sponsorizzarla, ma vincerla. Dopo l'assalto fallito in Brasile nel 2014 e il flop di Russia 2018, la volta buona può davvero essere questa.
CON NEYMAR. È rimasto in silenzio per ora in questo ritiro pre-Mondiale iniziato a Torino e proseguito a Doha. Giusto qualche post sui social, l'ultimo inneggiava al gruppo un paio di giorni fa: «I compagni sono la base fondamentale della vera conquista». E i compagni lo stanno proteggendo, intervista dopo intervista. «Ci dà fiducia nello spogliatoio, porta sempre positività, è carismatico», raccontava Danilo. «Prima cosa, è un onogiocare con lui, era un idolo e lo è ancora», il messaggio di Rodrygo. Con Vinicius che conferma tutto: «Per noi più giovani che ammiravamo Neymar nel Santos, è un sogno poter essere qui con lui. È fondamentale, è il nostro crack, il nostro miglior giocatore e anche quello che trasmette più tranquillità ai giovani». Mentre Richarlison è andato all'attacco di chi ha definito arrogante Neymar dopo una foto in cui aggiungeva la sesta stellina alle cinque già presenti nello stemma del Brasile: «Vinceremo il Mondiale, questo è il nostro sogno. Neymar ha fatto quel post perché è anche il suo sogno».
IN CAMPO.
La squadra c'è, a Tite non resta altro da fare che costruirla attorno a Neymar per poter contare su di lui nei momenti decisivi. Anche le prove generali che negli ultimi giorni stanno andando in scena a porte chiuse al Grand Hamad Stadium lo confermano, con il Brasile che in vista della Serbia sta testando un 4-2-3-1 a trazione anteriore: Neymar trequartista e libero di imperversare a sentimento, Richarlison centravanti con licenza di fare a sportellate per aprire varchi ai compagni, Raphinha e Vinicius sugli esterni, Paqueta al fianco di Casemiro in mediana, mentre dietro si darà fiducia all'esperta linea composta da Danilo, Maquinhos, Thiago Silva e Alex Sandro con Alisson in porta.
Tite ha disegnato una squadra a trazione anteriore fatta per O’Ney