CR7-United, il divorzio «Ma vi amerò sempre»
Risoluzione consensuale del contratto: ieri l’annuncio Il lavoro di mediazione di Mendes dopo l’azione disciplinare del club Ora Beckham lo vorrebbe a Miami
Mancava ormai solo la parola fine sulla (seconda) avventura di Cristiano Ronaldo all’Old Trafford. È arrivata ieri, nel tardo pomeriggio. Sancita da un doppio comunicato delle due parti che – almeno pubblicamente – attestano di aver maturato la decisione di comune accordo, dopo le azioni intraprese dal club nei suoi confronti, e cioè rescissione unilaterale, multa e risarcimento danni. Difficilmente Ronaldo non aveva previsto quale sarebbe potuta essere l’inevitabile conseguenza all’intervista esplosiva rilasciata prima dell’inizio dei mondiali. Secondo il suo ex compagno di squadra, Rio Ferdinand, era proprio questo l’obiettivo perseguito nel suo attacco frontale a club e manager. Non tanto un regolamento di conti, o un desiderio di verità per i tifosi, quanto piuttosto liberarsi prima della scadenza naturale del contratto, giugno 2023. Perché dopo le incomprensioni della scorsa estate, vissuta da separato in casa, la convivenza con il nuovo manager Ten Hag era diventata insopportabile.
E dire che, di fronte alla sua mancata cessione, sembrava che le parti potessero trovare un modo per lavorare assieme, nonostante Ten Hag non avesse nascosto la sua intenzione di ringiovanire la squadra. Una strategia che CR7 non ha mai accettato né compreso, ma solo subito in maniera sempre più polemica. Fino al gran rifiuto di entrare in campo nei minuti finali della sfida contro il Tottenham. Un atto di insubordinazione che ha innescato un nuovo livello di scontro tra Ronaldo e il mondo United. Perché a quel punto, anche la società, alcuni compagni e parte del pubblico si era stancato dei continui capricci del portoghese. Da qui la decisione di Ronaldo di andare fino al punto di non ritorno. Rilasciando un’intervista tv, senza possibilità di smentita, nella quale ha accusato il club di tradimento e Ten Hag di mancanza di rispetto.
IL LAVORO DI MENDES.
Lo United ha preferito aspettare qualche giorno prima di rispondere ufficialmente. Un intervallo di tempo per far decantare lo scandalo e lavorare sotto-traccia con l’agente di Ronaldo, Jorge Mendes, per trovare una soluzione. Arrivata nella giornata di ieri, mentre l’interessato si trova nel ritiro del Portogallo in Qatar, in attesa del debutto mondiale domani contro il Ghana. Che CR7 affronterà da svincolato, non essendo più – adesso sì, ufficialmente - un giocatore del Manchester United. «Il club ringrazia Ronaldo per l’immenso contributo dato nei suoi momenti all’Old Trafford», si legge nel comunicato emesso dal Manchester United, che ha augurato al giocatore e alla sua famiglia il meglio per il futuro.
Nonostante abbia più volte ripetuto di sentirsi ancora competitivo ai più alti livelli, Ronaldo non ha ancora chiarito dove speri di proseguire la sua carriera. Se ancora in Europa oppure negli Stati Uniti, dove lo corteggia l’Inter Miami di David Beckham.
«Dopo una conversazione con il Manchester United ci siamo accordati di interrompere in anticipo il contratto – ha fatto sapere il portoghese -. Amo il Manchester United e i suoi tifosi, e questo non cambierà mai. Ma ritengo che sia arrivato il momento giusto per una nuova sfida».
«È il momento per una nuova sfida L’affetto per i tifosi non cambierà mai»