Corriere dello Sport

Coreografi­a di uno scandalo

- Di Alessandro Barbano

C’è Calcio e calcio, e quattro giorni di un Mondiale inedito ne raccontano il volto bifronte. C’è il Calcio del coraggio e il calcio della Realpoliti­k, il Calcio del silenzio che parla e il calcio delle parole mute o insensate, il Calcio dei colori sfidanti e il calcio delle divise ufficiali. Il Calcio e il calcio giocano un campionato parallelo.

C’è Calcio e calcio, e quattro giorni di un Mondiale inedito ne raccontano il volto bifronte. C’è il Calcio del coraggio e il calcio della Realpoliti­k, il Calcio del silenzio che parla e il calcio delle parole mute o insensate, il Calcio dei colori sfidanti e il calcio delle divise ufficiali. Il Calcio e il calcio giocano un campionato parallelo. Dimostrano che l’errore più grosso non è quello di aver concesso la Coppa al Qatar, ma piuttosto il fatto di non avere una classe dirigente all’altezza della più grande fabbrica di emozioni del pianeta. E nonostante tutto, le ambigue contorsion­i di Infantino, la volgare simulazion­e dell’omosessual­ità, le condiscend­enze supine alla pseudomora­le della sharia, il grottesco «mea culpa» sulle presunte responsabi­lità dell’Occidente dicono solo tutta la crisi di competenze delle élite occidental­i, ma nulla, davvero nulla tolgono alla dirompente denuncia che viaggia come una triangolaz­ione felice sull’erbetta immacolata di questa gigantesca piazza globale. Basta un fotogramma ignorato dalle telecamere di regime per inquadrare il bavaglio manuale sulla bocca della nazionale tedesca, coreografi­a dello scandalo che mostra al mondo l’orrore di tutte le discrimina­zioni e le violenze.

È la prova, se ce ne fosse bisogno, che la sfida delle democrazie ai totalitari­smi di qualunque matrice, ideologica o religiosa, si vince offrendo in dono al nemico lo spazio franco della propria libertà, che si chiami sport o cultura. La forza dirompente della protesta degli atleti scardina le ambizioni dei regimi arabi, smaschera la rozza illusione che si possa comprare il mondo con i petrodolla­ri, senza che il mondo comprato scoppi come una febbre nel cuore delle loro società. I gesti di questi tre giorni sono già stampati nella memoria collettiva, come l’inizio di un processo irreversib­ile. Se pure i divieti e le ammonizion­i dei poteri illiberali fanno temporanea­mente arretrare la storia, non arretra il cammino della civiltà.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy