Corriere dello Sport

Solo Gündogan poi ecco l’incubo

La Germania gioca e produce occasioni ma trova il vantaggio soltanto su rigore Nel finale Doan e Asano la ribaltano in 8’

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Questa è una partita pazza che ha conosciuto il suo assurdo punto di svolta al minuto 70: fino a quel momento la Germania aveva controllat­o con qualità e autorevole­zza il gioco ma non riusciva a segnare il secondo gol, soffrendo il solito complesso del centravant­i inesistent­e. Beh, al 25’ del secondo tempo ha tirato addosso tre volte al portiere giapponese nella stessa azione con Hofmann e poi due volte con Gnabry. Non si può fare, nel calcio: se produci 25 occasioni e segni soltanto su rigore (Gündogan, che ha colpito anche un palo) rischi di dare coraggio all’avversario e di pagare un fisiologic­o abbassamen­to di tensione.

STRAVOLGIM­ENTI. Qui è maturata la grande impresa del Giappone, che però il vigile ct Moriyasu aveva riorganizz­ato già durante l’intervallo. Giocando contro quattro attaccanti molto mobili e intercambi­abili non riusciva a difendere con ordine. Il portiere Gonda aveva steso Baum in area, colpendolo due volte e causando il rigore. E Poco prima della pausa la Germania aveva segnato il secondo gol a porta vuota (Havertz), che soltanto le traiettori­e magiche del Var hanno scoperto essere in fuorigioco. Per questo Moriyasu ha deciso di sostituire un esterno offensivo, Kubo, con un difensore centrale, l’ex bolognese Tomiyasu. Un’idea insolita, quando sei sotto nel punteggio. Eppure efficace: non si diventa più pericolosi solo aggiungend­o attaccanti alla rinfusa, la prima esigenza di una squadra è scoprire il proprio equilibrio.

RISERVISTI. Ma la verità è che l’allenatore del Giappone le ha azzeccate tutte, le mosse. Nel secondo tempo ha fatto uscire dalla panchina quattro giocatori che in un modo o nell’altro hanno scombussol­ato la partita. Dopo una grande parata di Neuer su Ito, che poteva sembrare fuori contesto e invece denunciava un’inversione di rotta, il Giappone ha preso il comando delle operazione con i legionari della Bundesliga: Doan, l’autore del pareggio, gioca nel Friburgo

secondo in classifica mentre Asano, che ha sostituito lo spento centravant­i titolare Maeda, è al Bochum.

ERRORI.

La Germania è andata in tilt più o meno come l’Argentina, incassando due reti una dopo l’altra, ma ha molti rimpianti. Per 75 minuti aveva giocato bene, mostrando la lucida regia di Kimmich e il talento ormai irrefrenab­ile di Musiala. Le è mancato lo stoccatore offensivo, che in questa generazion­e non esiste: Havertz è un ottimo giocatore ma non è una prima punta, anche nel Chelsea non rende al massimo quando deve fare il falso nove. Fosse stato in campo e non in tribuna Oliver Bierhoff, il risultato sarebbe stato diverso. Al tempo stesso le scelte di Hansi Flick, a proposito di strategia, non hanno convinto: la promozione di Nico Schlotterb­eck, difensore di 22 anni del Borussia Dortmund alla settima presenza in Nazionale, è stata un omaggio al Giappone, non solo per la goffa corsa senza marcatura che ha consentito ad Asano di scoccare la freccia del 2-1. E le sostituzio­ni sono state cervelloti­che: uno come Gündogan, a dibattito aperto e in ottima condizione, non si toglie mai. Idem Musiala, che era in vena anche se sprecava. Il raggio di luce può essere il debutto mondiale di Youssoufa Moukoko: nessun tedesco aveva provato questo brivido a 18 anni e 3 giorni. Willkommen.

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GETTY Ilkay Gundogan (32 anni), mediano del City, segna il rigore dell’1-0 che illude la Germania
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