Corriere dello Sport

Il Giappone è tedesco 8 su 16 vengono da lì

Dei giocatori utilizzati, la metà gioca in Germania Nagatomo: «Qualche anno fa non l’avremmo mai vinta... Ma il nostro calcio è cambiato»

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Stasera cosa organizzer­ete per festeggiar­e? «Niente, perché?». Nel sorriso di Maya Yoshida, capitano del Giappone con un passato nella Sampdoria, si avverte il vento del cambiament­o. Forse il problema è nostro, siamo noi che non abbiamo capito la normalità di certi risultati. L’Arabia Saudita ha aperto il filone degli sgambetti studiando e beffando l’Argentina, il Giappone si è infilato nel trend modificand­o strategia durante la partita per sorprender­e la Germania. Due vittorie asiatiche in rimonta con il medesimo risultato (2-1) possono essere un caso, ma anche no.

EVOLUZIONE. La spiegazion­e di Yuto Nagatomo, ex Inter al quarto Mondiale, ha un senso: «Dieci anni fa una partita del genere non l’avremmo mai vinta. Ma oggi può accadere perché il calcio in Asia si è sviluppato. Tatticamen­te, senza dubbio, ma anche fisicament­e, nei metodi di lavoro». A 36 anni, uno in meno di Cristiano e uno in più di Messi, si è ritirato nel Tokyo Fc. Prolungare

la permanenza in Qatar è anche un modo per dilatare il tempo: «E’ stata una grande vittoria ma non dobbiamo fermarci. Siamo forti, possiamo giocarci tutte le partite a viso aperto. Alla fine faremo i conti».

SERPI. E se l’Arabia Saudita ha saputo valorizzar­e un modello autarchico che prendesse il meglio dal campionato locale, il Giappone si è evoluto andando a studiare all’estero. Del gruppo mondiale soltanto 7 giocatori su 26 giocano in patria. E tutti quelli che hanno battuto la Germania allo stadio Khalifa hanno provato almeno una volta l’esperienza in Europa. Anche il portiere Gonda, premiato generosame­nte dalla Fifa come migliore in campo (belle parate, sì, ma ha anche regalato un rigore), ha vissuto una parentesi in Portogallo, nella Portimonen­se. Tanti frequentan­o i campionati che contano: Tomiyasu da un anno è all’Arsenal dopo un biennio formativo al Bologna, raggiungen­do in Premier League il compagno Mitoma che è un centrocamp­ista del Brighton di De Zerbi; il grosso del gruppo ha sfondato però proprio in Germania, compresi i goleador di Doha. Ritsu Doan è del Friburgo, secondo in Bundesliga, come le riserve tedesche quasi omonime tra loro Ginter e Günter. Invece Takuma Asano sgomita in fondo alla classifica nel Bochum: per il Mondiale è guarito miracolosa­mente da un infortunio al ginocchio che lo aveva fermato il 10 settembre. Otto su sedici: la metà esatta dei giapponesi che hanno giocato ieri sono stipendiat­i da club tedeschi. La Germania aveva dentro casa sua il germe che l’ha sgretolata. Sembra il vecchio cartone di Holly & Benji, in cui il Giappone sapeva volare oltre ogni immaginazi­one tecnica per far felici noi bambini.

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 ?? ?? In alto i tifosi giapponesi portano via i rifiuti, i tedeschi invece hanno lasciato tutto
In alto i tifosi giapponesi portano via i rifiuti, i tedeschi invece hanno lasciato tutto

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