Corriere dello Sport

Uragano Spagna Gavi nuovo Iniesta

Luis Enrique sceglie una squadra di qualità e la Roja chiude la partita con un possesso palla dell’82%: un dato record La Costa Rica viene travolta 7-0 Il talento classe 2004 del Barça sfodera una partita sontuosa

- Di Alberto Polverosi

La Spagna si è abbattuta sulla Costa Rica con la forza di un uragano. Sette a zero, e poteva andare perfino peggio, molto peggio, la Costa Rica disintegra­ta. La Spagna l’ha stradomina­ta alla sua maniera, tenendo palla, facendola girare prima piano e poi, quando arrivava intorno all’area avversaria, alzando la velocità e innalzando la tecnica al massimo. Un gol ogni 10 minuti nel primo tempo, il primo all’11', il secondo al 21', il terzo al 31', come se avesse un appuntamen­to già fissato con quella rete, altri quattro nella ripresa. Sette a zero che poteva essere anche 10 a zero. La Costa Rica, la squadra che battendo l’Italia la eliminò dall’ultimo Mondiale giocato, quello in Brasile nel 2014, si è rassegnata subito, davvero troppo presto, piegandosi inerme alla travolgent­e supremazia spagnola. Mai un accenno di gioco, mai il tentativo di pressare, mai un tiro, neanche un calcio d’angolo, mai una fiamma d’orgoglio per mostrare almeno i denti. Niente. Arresa. Al di là dei 3 gol in mezz’ora e delle occasioni sciupate, basta riportare un dato alla fine del primo tempo per capire che tipo di partita stava giocando la Spagna di fronte a un’avversaria troppo più debole: 583 passaggi a 103 e alla fine diventeran­no 1.056, una cifra assurda, a 199, cinque volte tanto. Conseguenz­a di un possesso di palla record: 82%, mai registrato in una partita del Mondiale dal ‘66 a oggi. Alla Costa Rica giravano le scatole e la testa.

TROPPA QUALITÀ. Le scelte di Luis Enrique erano proiettate fin dall’inizio sul versante della tecnica e della qualità. Rodri centrale in difesa, l’eterno Busquets (che rappresent­a nel modo più completo il senso del gioco del calcio) poco più avanti, Gavi e Pedri interni, Asensio centravant­i senza fissa dimora, Jordi Alba ala aggiunta. Ecco, tutti questi spagnoli erano in grado di costruire la manovra arricchend­ola con la loro classe. Per chi stava di fronte a questi talentuosi era un problema intercetta­re anche un solo passaggio. Nella Spagna era tutto esatto. Recitava un copione visto centinaia di volte e anche stavolta eseguito alla perfezione.

GOLDAAPPLA­USI.

La Spagna ha segnato dopo aver sbagliato due occasioni. Il primo gol (il 100° in un Mondiale per gli spagnoli) è nato con un doppio scavetto, di Gavi per l’assist e di Dani Olmo per scavalcare Keylor Navas. Anche il secondo è stato molto bello, però aiutato dall’incertezza del portiere parigino: lancio di Busquets, cross immediato di Jordi Alba, interno sinistro al volo di Asensio che ha sorpreso Navas, capace solo di sfiorare la palla. Il 3-0 su rigore di Ferran Torres dopo un fallo di Duarte su Jordi Alba. Tutto il trio d’attacco a segno. Mancando 20 minuti (recupero compreso) all’intervallo, la Spagna ha abbassato il ritmo difendendo­si secondo stile consolidat­o, ovvero con il pallone fra i piedi, con gli avversari disarmati e disarmanti che assistevan­o a quel lento e inafferrab­ile giro palla.

QUEL GIGANTE DI GAVI. Il secondo tempo è stato utilizzato da Luis Enrique per trasformar­e la vittoria in goleada visto che la differenza-reti conta in caso di parità di punti, mettere mezz’ora di partita nelle gambe di Morata (gol e assist) e per abbassare ancora un po’ l’età media della squadra con Balde (classe 2003) per Jordi Alba e Nico Williams (2002) per Asensio. Ma se stiamo parlando di giovani fuoriclass­e, ieri ce n’era uno in campo che ha trasformat­o la partita nel suo capolavoro concluso con un gol fantastico, interno destro al volo dal limite dell’area su assist di Morata. La statura di quel gigante è 173 centimetri, ma la straordina­ria altezza e l’immensa grandezza è nella sua classe: nessuno meglio di Pablo Martín Páez Gavira, detto Gavi, classe 2004, può ereditare il posto di Iniesta. Il suo calcio è entusiasma­nte. Non dimentichi­amo che poco prima di quell’ultima prodezza della giornata spagnola era arrivato il 4-0 con la doppietta di Ferran Torres, mentre poco dopo Soler ha portato a 6 i gol spagnoli e Morata a 7. Per Luis Enrique non poteva iniziare meglio di così.

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 ?? ?? Asensio Ferran Torres, Gavi, Dani Olmo: una goleada contro cui Navas non ha potuto far altro che subire senza poter opporre resistenza
Asensio Ferran Torres, Gavi, Dani Olmo: una goleada contro cui Navas non ha potuto far altro che subire senza poter opporre resistenza

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