Corriere dello Sport

«Nuovo stadio e Taranto in esilio»

- Di Leondino Pescatore TARANTO

Segnatevi questa data: 13 giugno 2026, giornata di inizio dei Giochi del Mediterran­eo in programma a Taranto con la partecipaz­ione di 26 nazioni. Quel giorno sarà inaugurato il nuovo stadio Iacovone con 16306 posti a sedere. Il progetto, illustrato da Roberto Busso per Gabetti Property Solutions e Antonio Ferrara per Esperia Investor, prevede attività di vario genere per tutto l’anno e la realizzazi­one, all’interno dell’impianto - in minima parte sportivo - di un parco commercial­e, aree uffici e coworking, un centro congressi di 3200 mq, un albergo business alto 80 metri con un bar panoramico e piscina.

Costo previsto: 85 milioni euro di cui 20 garantiti dal settore pubblico, il resto con investimen­ti privati. «Una cattedrale nel deserto che sfratterà la nostra tifoseria per tre anni», taglia corto Massimo Giove, presidente del Taranto per il quale si prospetta un indiscutib­ile sacrificio economico, non solo durante la fase di realizzazi­one dell’opera. «Perché abbattere l’esistente struttura? Lo Iacovone va ristruttur­ato, intervenen­do per gradi: faccio il costruttor­e e di queste cose me ne intendo, anche se non sono stato invitato alla presentazi­one del progetto, neanche come Taranto calcio. Si eviterebbe uno sperpe

ro di soldi pubblici da destinare alla realizzazi­one di altri impianti in una città che registra forti carenze in tale settore, riqualific­are adeguatame­nte il quartiere in cui dovrebbe essere realizzata questa grande opera».

Come immagina il nuovo Iacovone? «Non lo immagino proprio, ho forti dubbi che possa essere realizzato nei tempi previsti. Immagino invece il futuro del Taranto e dei suoi tifosi espropriat­i del loro stadio: si parla di tre anni, tre stagioni praticamen­te senza pubblico. Dove andremo? Francavill­a Fontana ha un campo piccolo rispetto al nostro numero di spettatori. Bari è improponib­ile per la rivalità esistente. Con questa decisione il sindaco ha decretato che i tifosi non potranno più vedere giocare il Taranto nella loro città».

Uno stadio nuovo impegna il club in una prospettiv­a di medio-lungo periodo? «Non è detto che il nuovo Iacovone poi sarà la casa del Taranto. Un impianto simile richiederà canoni di locazione che una società chiamata a rispettare bilanci e budget potrebbe non permetters­i. E poi se posso concedermi una battuta, giochiamo di fantasia, immaginiam­o che il Taranto arrivi in A: con soli 16mila posti, i nomi di chi potrà accedere al nuovo Iacovone, saranno estratti a sorte?».

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Il progetto del nuovo stadio di Taranto

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