Abodi farà rinascere i Giochi della Gioventù
Il ministro evidenzia la scarsità di fondi Pnrr allo sport e rilancia lo storico evento per il 2023-24
Èun’impresa quella che ha in mente Andrea Abodi: far dialogare istituzioni che discutono da almeno quattro anni, preservando quegli stessi equilibri che - prima del suo arrivo - sono stati duramente contestati. Basterà la sua figura, garanzia di equilibrio, ad appianare le differenze? Intanto il nuovo ministro per lo sport e i giovani ieri, presentando le sue linee programmatiche alle Commissioni Cultura riunite di Camera e Senato, ha rivolto un appello a Coni e Sport e Salute, chiedendo all’ente pubblico e alla società dello Stato di collaborare sull’Istituto di Medicina dello Sport e sulla Scuola dello Sport, integrando sul territorio «l’azione dei Comitati regionali del Coni» con «la rete di Sport e Salute». Da una parte c’è «la promozione dei valori dell’olimpismo», dall’altra «il braccio operativo del governo per lo sport di base».
La differenza su carta sembra netta, ma dalla riforma Giorgetti in avanti le federazioni non fanno altro che evidenziare come questa duplicazione di compiti e responsabilità (che ora rischia di riprodursi pure sul territorio) abbia creato spesso confusione.
LINEE.
Abodi nel suo intervento ha toccato tantissimi argomenti. Dal diritto allo sport in Costituzione alla considerazione che i fondi del Pnrr siano pochi rispetto a quanto produce il settore («1,37% di Pil contro lo 0,35% di risorse destinate»), fino ad arrivare alle riflessioni in corso (3-4 giorni al massimo) sul rinvio delle norme sul lavoro sportivo e sull’abolizione del vincolo, rispettivamente programmate per gennaio e luglio 2023. «Non modificheremo i principi - ha rassicurato - ma mi riservo di valutare un differimento
dell’entrata in vigore».
Idee chiare sul mondo della scuola, con due questioni considerate urgenti. La prima è «l’imminente ritorno dei Giochi della Gioventù dal 2023-24». Li creò Onesti nel 1968 e conclusero di fatto la propria storia alla fine degli anni Novanta. La seconda è «l’inserimento del docente di educazione motoria non solo in 5ª elementare ma in tutta la scuola primaria».
Nella visione di Abodi il suo ministero dovrà interfacciarsi continuamente con gli altri dicasteri per sviluppare progetti e trovare risorse: «Migliorare la qualità della vita delle persone è il senso del mio incarico».
SCENARI. Il ministro ha parlato inoltre di «obiettivo sostenibilità» per i Giochi 2026 e ha immaginato che prima o poi si arrivi «a una sintesi tra Coni e Comitato paralimpico». Un messaggio lo ha spedito anche alla Serie A del calcio: «Nessuna rateizzazione dei debiti sulle tasse».
Un commento alle sue parole, piuttosto freddo, è arrivato in serata dal presidente del Coni, Malagò: «Ha detto tante cose importanti, anche ambiziose, com’è nella sua natura e nel suo carattere». Due giorni fa, a margine del consiglio Coni al quale ha partecipato lo stesso ministro, qualcuno lamentò che il discorso di Abodi fosse «una Giorgettiade» in riferimento alle idee dell’ex sottosegretario allo sport, oggi ministro dell’Economia, padre della riforma. Nelle segrete stanze della politica sportiva questo concetto ieri pomeriggio è stato ripreso più volte con ironia.
Rivolto un appello al dialogo tra Coni e Sport e Salute Malagò freddo