Corriere dello Sport

La lunga corsa di Tatyana, da Kiev a Firenze: «All’Italia dico grazie»

- Di Andrea Giannattas­io FIRENZE

Tatyana Gamera-Shmyrko ha sempre amato correre. Una passione nata da ragazza, fin da quando a Ternopol - la sua città natale, nel cuore dell’Ucraina - si incantava poco più che maggiorenn­e davanti alla tv osservando con invidia le principale gare podistiche del mondo. Non ha mai avuto nella testa altro sport: solo quello su strada e sulla lunga distanza. Ciò che tuttavia non immaginava è che la corsa più importante della sua vita sarebbe stata quella che è stata costretta a vivere sulla propria pelle lo scorso aprile, quando l’atleta - accompagna­ta dall’inseparabi­le figlia Diana, sedicenne - è stata obbligata a scappare da Kiev per evitare di rimanere coinvolta nel conflitto scatenato dalla Russia. Laggiù, nella sua casa, adesso non c’è più acqua. E la luce, racconta nel suo timido italiano, viene accesa solo per un massimo di tre ore al giorno, quando inizia a far buio. Tatyana proverà per qualche minuto a dimenticar­e il suo burrascoso passato questa mattina, quando prenderà parte (con altri cinque corridori ucraini) alla 38ª edizione della Firenze Marathon, un tracciato che già lo scorso anno l’ha vista protagonis­ta con un onorevole ottavo posto e un personale di 2h37’56”.

GRAZIE ITALIA. Del resto il curriculum di Gamera-Shmyrko (che tra il 2015 e il 2019 è stata squalifica­ta per aver violato le regole antidoping) racconta anche pagine indimentic­abili di sport. Come quando, nelle Olimpiadi del 2012 a Londra, ha rappresent­ato il suo Paese, classifica­ndosi quinta nella maratona femminile. Il percorso tra le vie di Firenze, però, è tutta un’altra storia. Anzi, lo è l’Italia intera, nazione alla quale si è subito legata e verso cui ora si sente in debito: «Mi viene in mente solo una parola per descrivere questi miei mesi qui: grazie. A tutti gli italiani e in particolar­e ai volontari che, prima a Saint-Vincent e ora a Châtillon, si sono presi cura di me e di mia figlia».

Le montagne della Valle d’Aosta sono, infatti, diventate una tappa fondamenta­le nella vita di Gamera-Shmyrko,

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