La lunga corsa di Tatyana, da Kiev a Firenze: «All’Italia dico grazie»
Tatyana Gamera-Shmyrko ha sempre amato correre. Una passione nata da ragazza, fin da quando a Ternopol - la sua città natale, nel cuore dell’Ucraina - si incantava poco più che maggiorenne davanti alla tv osservando con invidia le principale gare podistiche del mondo. Non ha mai avuto nella testa altro sport: solo quello su strada e sulla lunga distanza. Ciò che tuttavia non immaginava è che la corsa più importante della sua vita sarebbe stata quella che è stata costretta a vivere sulla propria pelle lo scorso aprile, quando l’atleta - accompagnata dall’inseparabile figlia Diana, sedicenne - è stata obbligata a scappare da Kiev per evitare di rimanere coinvolta nel conflitto scatenato dalla Russia. Laggiù, nella sua casa, adesso non c’è più acqua. E la luce, racconta nel suo timido italiano, viene accesa solo per un massimo di tre ore al giorno, quando inizia a far buio. Tatyana proverà per qualche minuto a dimenticare il suo burrascoso passato questa mattina, quando prenderà parte (con altri cinque corridori ucraini) alla 38ª edizione della Firenze Marathon, un tracciato che già lo scorso anno l’ha vista protagonista con un onorevole ottavo posto e un personale di 2h37’56”.
GRAZIE ITALIA. Del resto il curriculum di Gamera-Shmyrko (che tra il 2015 e il 2019 è stata squalificata per aver violato le regole antidoping) racconta anche pagine indimenticabili di sport. Come quando, nelle Olimpiadi del 2012 a Londra, ha rappresentato il suo Paese, classificandosi quinta nella maratona femminile. Il percorso tra le vie di Firenze, però, è tutta un’altra storia. Anzi, lo è l’Italia intera, nazione alla quale si è subito legata e verso cui ora si sente in debito: «Mi viene in mente solo una parola per descrivere questi miei mesi qui: grazie. A tutti gli italiani e in particolare ai volontari che, prima a Saint-Vincent e ora a Châtillon, si sono presi cura di me e di mia figlia».
Le montagne della Valle d’Aosta sono, infatti, diventate una tappa fondamentale nella vita di Gamera-Shmyrko,