CASEGOL IL BRASILE SE NE VA AGLI OTTAVI
Dopo una rete annullata dal Var a Vinicius Junior, i verdeoro trovano il grande colpo del mediano del Manchester United che fa esplodere la grande festa Destro pazzesco a 8’ minuti dalla fine della partita: la vittoria è decisiva e sancisce la qualificazi
Un laser perforante, che per definizione agisce in un lampo, spinge il Brasile agli ottavi anestetizzando la nostalgia di Neymar. Sorridono una dopo l’altra le stellone in tribuna: da Ronaldo a Roberto Carlos, da Kakà a Cafu. Temevano che senza il giocatore più forte ed esperto non sarebbero riusciti a festeggiare la seconda vittoria, perché la Svizzera stava difendendo con ordine senza concedere molto. E invece all’improvviso è stato Casemiro a sfoderare un tiro incredibile dal repertorio: un destro secco, sbilanciato, folle, che ha agganciato l’angolo alto dove il povero Sommer non voleva neppure guardare.
DIFFICOLTA’. Mancavano otto minuti alla fine del tempo, prima del solito recupero maxi. E il Brasile aveva davvero prodotto pochino per meritarsi la merenda: un’occasione nel primo tempo sull’asse Raphinha-Vinicius, un gol annullato allo stesso Vinicius per fuorigioco di partenza di Richarlison scovato dal Var. Forse lo shock della Grande Mancanza si è sentito. Non solo sul piano psicologico ma anche tattico perché Tite ha deciso di
sostituire Neymar con un centrocampista puro, Fred, passando al 4-3-3: l’altra mezzala era Paquetà con Casemiro regista. Il risultato è stato un ritmo compassato nel quale Freuler e Xhaka, i due mediani della Svizzera, hanno facilmente schermato ogni procedimento centrale. Con il contributo nei ripiegamenti dei trequartisti, il ct Yakin sperava di controllare ogni zolla di terra per impedire ai brasiliani di accendere l’altoparlante dell’orchestra. La fase offensiva? Zero. Ma l’obiettivo era innervosire l’avversario per obbligarlo a scoprirsi. Errore che comunque il Brasile non avrebbe mai commesso.
IL CAMBIO. Nell’intervallo Tite ha intuito che con questa scacchiera sul tavolo non avrebbe vinto la partita. Perciò ha richiamato Paquetà, quasi invisibile, per aggiungere la qualità di Rodrygo e tornare al 4-2-3-1. La mossa è stata giusta perché il ragazzo
del Madrid, tra le linee, ha pressato la difesa svizzera e ha velocizzato il gioco brasiliano. Niente di eccezionale, con Richarlison in versione oggi-non-mi-va dopo la doppietta alla Serbia, e con le ali che faticavano a saltare il diretto avversario per creare superiorità numerica. Però qualcosa. Vinicius come detto ha segnato un bel gol, il vero acuto della sua partita, superando Elvedi in agilità e poi piazzando di piatto. Non era un’azione valida.
In tribuna la spinta dei grandi ex: Cafu, Ronaldo, Kakà e Roberto Carlos
ECCOLO. Per fortuna del Brasile, il ruolo di Neymar è stato interpretato da Casemiro. Che già nei primi 83 minuti era sembrato il calciatore più lucido e determinato della squadra. E che nell’attimo decisivo ha tirato fuori un colpo a sorpresa, su tocco di Rodrygo. Hanno inquadrato Yakin, sconsolato, subito dopo
l’1-0: un allenatore può difendersi da tutto tranne che dalle giocate individuali. Festa grande invece per i vincitori. Qualcuno può osservare che il Brasile non ha entusiasmato. Ed è vero. Ma forse dobbiamo cominciare a osservare questa squadra dall’altro punto di vista: è molto molto difficile farle gol.
In due partite mondiali, Alisson non ha ricevuto neanche un tiro in porta: non succedeva a nessuno, dai tempi della Francia campione del mondo 1998. Nelle ultime sette partite ufficiali, incluse le qualificazioni sudamericane, il Brasile ha concesso solo un gol in altura, in Ecuador. Significa che la coppia Marquinhos-Thiago Silva, con il filtro di Casemiro che è soprattutto un equilibratore formidabile, non ammette intrusi nella zona calda. Il Brasile non ha ancora incontrato Mbappé o Messi o Ronaldo ma per adesso ha reso al massimo sul piano difensivo, presupposto ineliminabile per vincere un Mondiale. Nell’estetica e nella manovra migliorerà. E poi dai quarti torna Neymar.