URLO CASE «Questo Brasile è MIRO
Contro la Serbia aveva colpito la traversa, ieri ha trovato la perla decisiva ed è stato premiato come migliore in campo «Non è soltanto merito del mio gol, ma di tutta la squadra Da Alisson all’ultimo degli attaccanti: siamo un gruppo vero Rispetto a qua
Bisogna partire dalla fine. C’è il tweet di Neymar, dolorante e raggiante: «Casemiro è il miglior regista del mondo da molto tempo». C’è la domanda conseguente a Tite, in conferenza stampa. Il cittì sorride, esita, poi dice: «Non mi piace parlare dei singoli, perché è sempre la squadra a ottenere i risultati. Ma in questo caso sono totalmente d’accordo con Ney». Come potrebbe essere altrimenti? Se questo tozzo ed energico centrocampista, addestrato per proteggere la sua difesa e allontanare i guai, inventa giocate come quelle che hanno addomesticato la Svizzera, significa che il Brasile ha risorse infinite e che Casemiro ha raggiunto un livello di performance inimmaginabile fino a qualche mese fa.
SO AND SO. Anzi, dopo il suo trasferimento al Manchester United qualcuno in Inghilterra si è posto il dubbio: forse non valeva la pena svenarsi per comprarlo dal Real Madrid. L’allenatore Ten Hag, che ha insistito tanto, lo ha accolto dietro a pagamento di un bonifico da 70 milioni, roba da Premier. Tantissimi soldi per un calciatore di trent’anni, non troppi per Casemiro che in Inghilterra ha cominciato in sordina ma in questo Mondiale sta dimostrando la sua compiutezza. Contro la Serbia aveva scaldato la mira, centrando una traversa da fuori area. Contro la Svizzera ha deciso una partita che, senza la sua trovata, molto probabilmente sarebbe finita 0-0. Il Brasile insomma entra negli ottavi di finale con una giornata d’anticipo grazie a uno di quei «protagonisti che non ti aspetti, come nei film» di cui parlava l’assistente coach Cesar Sampaio alla vigilia.
MAN OF THE MATCH. Premiato come migliore in campo allo stadio 974, che deve il nome al numero di container da nave utilizzati per costruirlo, Casemiro ha sfoggiato uno sguardo timido davanti alle telecamere: «Se ho segnato, il merito è di tutta la squadra. Non mi va di prendermi gli elogi per un bel tiro, così come non mi piace sentire accusato il singolo quando si perde. Il Brasile è una sola cosa. E se vogliamo puntare al Mondiale non devono esserci distinzioni tra giocatori». Quella in Qatar è la sua coppa. Quattro anni fa in Russia non era così importante per il Brasile, anche se prese parte a tutt’e quattro le partite della Seleçao: «Credo che valga un po’ per tutti. Rispetto al 2018 la squadra ha acquisito maggiore esperienza, ha fatto gruppo. E mi pare abbia anche più opzioni in panchina. Non so se abbiamo una rosa migliore ma sicuramente è più profonda: quando si alza un compagno dalla panchina,
«Esperienza e rosa più profonda: chi entra è sempre su livelli altissimi»
sai già che non sarà peggiore di quello che è uscito».
SOLIDITA’. Il Brasile non esalta per la qualità della manovra ma concede pochissimo. Di questo equilibrio difensivo Casemiro è uno dei principali responsabili: «La solidità di una squadra dipende dal lavoro di tutti. Da Alisson all’ultimo degli attaccanti. Quanto a me, il primo obiettivo è portare equilibrio e supportare la difesa per non soffrire gli avversari con la linea a quattro. Ma capitano momenti in cui devi fare cose diverse». Tipo entrare di potenza nell’area svizzera e schiacciare il bottone del tiro magico: «Ero lì e ho provato a prendere la porta. E’ andata bene».
Il Real non voleva cederlo allo United Ancelotti: «Aveva voglia di cambiare»
PENTACAMPEAO. In Spagna, dove ha vinto cinque volte la Champions League con il Real Madrid, già lo rimpiangono. Ancelotti aveva provato a convincerlo a restare «ma aveva bisogno di una nuova sfida». E forse dell’ultimo grande contratto: allo United guadagnerà oltre 15 milioni a stagione fino al 2026. Però a Casemiro resta anche l’ultimo sogno: il Mondiale, che lo incoronerebbe come uno dei centrocampisti più vincenti della storia del Brasile. Come direbbe Neymar, mancano cinque partite.