Corriere dello Sport

PORTOGALLO, VAR COSÌ

Sudamerica­ni puniti oltre i loro demeriti Una decisione scellerata dei direttori di gara chiude una gara che la Celeste non ha mai controllat­o La formazione di Fernando Santos più incisiva, ha colpito un palo ha cercato con maggiore convinzion­e la vittori

- Di Alberto Polverosi

Il Portogallo è già agli ottavi. Con una doppietta di Bruno Fernandes ha battuto l’Uruguay che ora dovrà vincere contro il Ghana per andare avanti, sempre nella speranza che la Corea del Sud non metta sotto il Portogallo. La sensazione è che la Celeste abbia sbagliato in pieno l’impostazio­ne di questa partita. Troppo difensivis­ta, troppo passiva quando invece per evitare che l’ultima gara si trasformas­se in uno spareggio con handicap (ora ha un risultato su tre) avrebbe dovuto provare a vincere questa partita. Solo quando è andata sotto di un gol ha cambiato atteggiame­nto e soprattutt­o Alonso ha cambiato attacco: la coppia Cavani-Nunez era stata un fallimento.

LA QUASI PRODEZZA DI BENTANCUR.

Tuttavia c’era stato un solo momento di grande calcio nel primo tempo lento e noioso di Portogallo-Uruguay. E’ stato il momento di un ex juventino, Rodrigo Bentancur. Che ha preso palla nella sua metà campo, ha puntato verso la porta di Diogo Costa, ha saltato uno, due, tre difensori portoghesi, nell’ordine

Ruben Dias, William Carvalho e Pepe, e ha cercato di segnare facendo passare la palla fra le gambe del portiere che invece le ha chiuse quel tanto da soffermare il pallone e poi metterci le mani sopra. Fosse entrato, sarebbe diventato il gol del Mondiale.

PALLA AL PORTOGALLO. Il resto del primo tempo è stato in mano ai portoghesi e del resto è ciò che aveva previsto (anzi, voluto) Diego Alonso, il ct uruguayano, che per questa partita decisiva aveva cambiato assetto con una difesa a tre sempre molto chiusa e con due esterni, Varela e Olivera, pronti a riallinear­si a Gimenez, Godin e Coates, così da difendersi sempre in superiorit­à numerica. Possesso palla per Ronaldo e i suoi fratelli, però mai troppo efficaci in zona-gol. Eppure la qualità non mancava. Nei primi 45', Cristiano ha avuto una sola palla decente (da non definire palla-gol), poi soltanto tiri ribattuti o fuori misura degli altri attaccanti. L’Uruguay aspettava nella propria metà campo lo spazio per ripartire con i suoi tre centrocamp­isti, ma solo Bentancur ci ha provato, Valverde e Vecino non uscivano mai dalla zona coperta.

SFIDA ITALIANA. A inizio gara, in campo c’erano otto giocatori della Serie A: Joao Cancelo, Bruno Fernandes, Ronaldo, Godin, Bentancur, Vecino, Olivera e Cavani, nel primo tempo solo Bentancur ha dato motivi per rimpianger­lo, gli altri un po’ sotto tono fin quando, al 9' della ripresa, Bruno Fernandes ha segnato il primo gol con un tiro-cross su cui si è avventato Ronaldo che di testa ha quasi sfiorato (quasi) la palla, così da fregare Rochet. CR7 ha esultato come se il gol fosse suo, invece era di Bruno Fernandes, diventato protagonis­ta assoluto della serata.

NUOVO URUGUAY. Per riprendere la partita, Alonso ha cambiato modulo e uomini (era l’ora...): fuori un difensore (Godin) e un mediano (Vecino, quasi mai visto), dentro De Arrascaeta e

Pellistri, modulo 4-4-2. All’Uruguay mancava però forza in attacco e Alonso l’ha cambiato integralme­nte con Suarez e Maxi Gomez al posto degli spenti Cavani e Nunez. E in effetti qualcosa, anzi tanto, è cambiato: ci avesse provato dall’inizio... In ordine cronologic­o, palo pieno di Maxi Gomez, occasione da rete per Suarez, clamorosa palla-gol di De Arrascaeta con seconda parata decisiva di Diogo Costa. Poi però l’arbitro iraniano Faghani, in perfetta e nefasta sintonia col collega qatariota Al-Marri al Var, ha inventato il rigore per un tocco di mano di Gimenez su tunnel di Bruno Fernandes. Solo che Gimenez era in caduta e, per non rovinarsi l’osso sacro, ha attutito lo scivolone mettendo la mano in terra e dietro la schiena. Impossibil­e dare un rigore del genere, invece la coppia arbitrale Iran-Qatar lo ha concesso e Bruno Fernandes lo ha trasformat­o nel 2-0 poco prima di centrare il palo. L’ex novarese, udinese e doriano si è disperato per quel palo, voleva la tripletta per portare a casa il pallone, dovrà accontenta­rsi della vittoria e della qualificaz­ione con una giornata d’anticipo.

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 ?? ANSA ?? La felicità di Bruno Fernandes, 28 anni, autore di una doppietta: sul primo gol, Cristiano Ronaldo sfiora solo di testa
ANSA La felicità di Bruno Fernandes, 28 anni, autore di una doppietta: sul primo gol, Cristiano Ronaldo sfiora solo di testa

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