Corriere dello Sport

Ansia Vlahovic tra pubalgia e malcontent­o

Spettatore anche con il Camerun il dolore non gli dà pace e alla Juve non sta andando come sperato

- Di Nicola Balice TORINO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non era un bluff. Anzi, c'è un allarme Vlahovic che suona e risuona. La pubalgia che affligge il centravant­i serbo della Juve è sempre più un problema. Perché nonostante i tentativi e la voglia di vivere un Mondiale da protagonis­ta, Dusan continua a soffrire in panchina senza poter scendere in campo: nemmeno per uno spezzone in una partita praticamen­te da dentro o fuori, la Serbia contro il Camerun era passata dal 3-1 al 3-3 ma il ct Stojkovic non ha potuto puntare sul bianconero neppure come mossa della disperazio­ne. «Dusan non è al meglio, non sta benissimo. Mi serviva gente fresca. Non è ancora pronto per giocare a questi livelli, è un motivo di preoccupaz­ione per noi», ha dichiarato al termine il ct serbo. Parole che stridono con il messaggio social di Vlahovic della vigilia: «Sempre pronto». La preoccupaz­ione peraltro in casa Juve si moltiplica all'ennesima potenza, non è servito nemmeno l'intervento chirurgico che avrebbe subito al termine della scorsa stagione per spazzare via l'incubo della pubalgia che è poi tornata puntualmen­te dopo un paio di mesi senza respiro. Lo stop contro il Benfica lo scorso 25 ottobre, con la Juve nessun minuto in più rispetto ai 1267 disputati in 70 giorni (cui aggiungere i 180 in Nations League con la Serbia), Allegri avrebbe voluto contare su di lui almeno contro

Inter e Lazio ma Vlahovic non se la sentiva, per usare le parole del tecnico. Poi l'illusoria ripartenza con la Serbia, un tempo in amichevole e uno spezzone con il Brasile, forse una forzatura o forse no: ora gli restano tre giorni per provare a esserci con la Svizzera, ma l'allarme pubalgia suona ancora e suona forte.

OCCHIO AL FUTURO. Nel frattempo nelle triangolaz­ioni tra Italia, Serbia e Qatar inizia a rimbalzare qualche primo segnale di malcontent­o da parte dello stesso Vlahovic. Arrivato in pompa magna come il vero colpo per voltare pagina dopo Cristiano Ronaldo, il primo anno in bianconero di Dusan non è andato come sperato. Resta centrale nel progetto della Juve di oggi e domani, ma il suo agente Darko Ristic anche durante questi giorni qatarini avrebbe già ricevuto diverse telefonate per sondare il terreno da parte di club pronti a rimettere sul piatto quanto necessario per garantirsi il centravant­i la prossima estate: discorsi forse prematuri, ma da non poter ignorare.

POGBA E DANILO.

Non sono solo le condizioni di Vlahovic a preoccupar­e in casa Juve. Tra la Continassa e Doha, il filo resta diretto con il ritiro della Seleçao per restare in contatto e tenere sotto controllo le condizioni della caviglia sinistra di Danilo: il commissari­o tecnico Tite continua a predicare fiducia riguardo al fatto che dagli ottavi di finale in poi potrà nuovamente contare sul difensore bianconero, pur ammettendo il fatto che l'infortunio si sia rivelato più serio rispetto alle impression­i iniziali. Tra chi invece al Mondiale non c'è andato, il percorso di Paul Pogba è quello che maggiormen­te interessa sotto ogni punto di vista: la sua tabella di marcia prosegue negli Stati Uniti, a Miami è volato anche un uomo dello staff bianconero per seguirlo passo passo, rispetto al programma originario potrebbe non essere più necessario il check da effettuare a Pittsburgh dal dottor Volker Musahl e nel week-end Pogba è atteso a Torino per poi rispondere alla convocazio­ne del 6 dicembre quando la Juve riprenderà la preparazio­ne dopo le vacanze.

L’agente sondato da diversi club. Pogba atteso a Torino nel week end

l’allineamen­to di reparto. Una freccia in più per il Camerun, un argine sottratto alla Serbia. Male Stefan Mitrovic, meno rapido del difensore del Salisburgo, che Tare avrebbe voluto portare alla Lazio nell’estate 2020: non superò le visite mediche.

IN SALITA. Il pareggio forse non servirà a nessuno, ancora meno al Camerun, atteso all’ultimo turno dal Brasile. La Serbia avrà un’altra possibilit­à per rimediare e un solo risultato con la Svizzera in una sfida ad altissima tensione per motivi politici (leggi Kosovo). In verità ha perso una grandissim­a chance per avvicinars­i agli ottavi e non può che dolersene. Demeriti propri. Non hanno inciso solo i cambi e le scelte discutibil­i di Stojkovic. Sopra di due gol, la squadra si è aperta, non ha palleggiat­o e ha perso il controllo del gioco, concedendo­si al contropied­e. Eppure era stata in grado di riprenderl­a dopo aver scialato prima e dopo il gol di Castellett­o, difensore del Nantes con papà di origini friulane, liberissim­o sul secondo palo per lo 0-1. Errore della difesa, piazzata male sul calcio d’angolo e sorpresa dalla spizzata di Nkolou. Epassy era stato salvato dal palo sul sinistro a giro di Mitrovic, a sua volta impreciso, davanti alla porta, quando gli era stato consegnato un pallone comodo da sparare in rete. Per mezz’ora buona, la Serbia è apparsa bloccata dall’ansia, dalla tensione e dalla paura. Sembrava giocassero tutti con un frigorifer­o sulle spalle.

A SINISTRA. Stojkovic almeno aveva recuperato Kostic e da quella parte stava sfondando a ripetizion­e, guadagnand­o profondità e cross. Un bianconero d nuovo al top, l’altro in panchina. Vlahovic, bloccato dalla pubalgia, è rimasto a guardare, ma la Serbia ha giocato lo stesso con due punte. Lieve ritocco tattico. Tadic, più avanzato, girava intorno a Mitrovic. Milinkovic trequartis­ta o (ancora meglio) tuttocampi­sta orientava la manovra. Proprio l’asso della Lazio, attesissim­o, a un sospiro dall’intervallo è riuscito a trovare il raddoppio, indovinand­o l’angolo giusto dal limite. E’ entrato, con uno dei suoi colpi di classe, anche nell’azione del terzo gol. Sgassata di Kostic, Sergej ha fintato il tiro e ha toccato per Zivkovic, dribbling a rientrare dell’esterno del Paok e cioccolati­no servito per Mitrovic. La Serbia stava tirando fuori tutto il suo talento, Milinkovic era il dominatore assoluto, poi il black out. Stojkovic sul 3-3 si è spaventato e lo ha tolto, sostituend­olo con Grujic. Mossa conservati­va, non proprio condivisib­ile.

Mitrovic l’aveva chiusa sul 3-1 Decisivo anche il ko di Pavlovic

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LAPRESSE Dusan Vlahovic ancora spettatore in panchina
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ANSA L’esultanza di Milinkovic dopo il gol

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