Corriere dello Sport

Il 2022 finirà

- Di Xavier Jacobelli

Mai e poi mai. Il 28 gennaio scorso, quando la Juve ufficializ­zò il suo ingaggio in cambio di 70 milioni di euro più 10 milioni di di bonus alla Fiorentina, trasforman­dolo nell’acquisto più oneroso della A sul mercato invernale, mai e poi mai Dusan Vlahovic avrebbe immaginato che il 2022 sarebbe stato il suo annus horribilis. Maledetta pubalgia, nemica invisibile e subdola, l’incubo di ogni giocatore che tende agguati infidi quando meno te l’aspetti. Quando ti presenti a Torino sull’onda di 20 gol in 24 partite viola, ma ne segni appena 9 nelle prime 21 che giochi in bianconero, Champions compresa. Lì dove tutti ti aspettano al varco, convinti che ne sarai un mattatore e, invece, non per colpa soltanto tua, vai a sbattere la prima volta (2 presenze, 1 gol) e pure la seconda (5 presenze, 1 gol). Se poi il gioco della Juve nel primo mezzo campionato e anche nel secondo, non è esattament­e studiato per rifornirti di palloni come ti succedeva a Firenze, la tua diventa una fatica di Sisifo. Trentuno minuti, compresi i sette di recupero, contro il Brasile, senza colpo ferire; zero minuti contro il Camerun. Dopo il 3-3, Stojkovic ha sbottato: «Dusan non è ancora al meglio. Mi serviva gente fresca. Non è ancora pronto per giocare a questi livelli, è un motivo di preoccupaz­ione per noi». Se lo è la Serbia, figuratevi la Juve. La verità è che Vlahovic ha dato l’anima per essere protagonis­ta in bianconero e con la Serbia, ma la fortuna e soprattutt­o la salute non l’hanno assistito. Mettetevi nei suoi panni: a fine gennaio Dusan lascia Firenze fra urla, insulti, urticanti improperi e quando ci ritorna è addirittur­a peggio. Puoi anche avere le spalla larghe, ma a 22 anni queste sono cose che lasciano il segno. Arriva l’estate: l’uomo con il gol in serbo riparte con vista sul Mondiale, però la Juve stecca subito e sino a metà ottobre è un disastro. Anche se in campionato (6 gol in dieci partite) il suo lo fa l’ex più giovane esordiente nella storia del Partizan. Le stecche in Champions sono collettive, il problema sono gli sforzi ripetuti dei muscoli adduttori della coscia, i dolori che diventano sempre più forti, il torneo in Qatar che da agognata passerella verso la gloria si rivela un calvario vissuto smoccoland­o, con una gran voglia di prendere a calci il mondo. Coraggio, Dusan: il 2022 finirà fra un mese e due giorni. «Le difficoltà spesso preparano le persone normali a un destino straordina­rio», dice Clive Stephen Lewis nelle sue Cronache di Narnia. Sembrano scritte apposta per Vlahovic.

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