Corriere dello Sport

Cento e più gol traguardo azzurro che si può ripetere

Benitez e Sarri li hanno centrati in passato I numeri di oggi lanciano anche Spalletti Il Napoli ha chiuso la prima fase della stagione con 57 reti. Alla ripresa Osimhen e compagni possono incrementa­re il bottino

- Di Antonio Giordano NAPOLI

La chimica, così si dice. E in quell’intruglio (magico) - inventato da Luciano Spalletti c’è un segreto che racconta la storia. Cinquantas­ette reti, uno sull’altro, per costruirsi un sogno gigantesco, per risistemar­e i conti con il passato, esorcizzar­e il passato e lanciarsi a petto in fuori nel futuro: il calcio, in fondo, è un’addizione d’emozioni che si scavano nell’area di rigore altrui; è ciò che spinge al delirio (persino di massa) per una volée, uno stacco aereo, un contropied­e o una prodezza; è in quella somma tra campionato e Champions ch’è servita per fare la differenza.

OSI. Dieci (e già con lode) li ha segnati Victor Osimhen, un uomo e anche un bollettino medico ma anche e soprattutt­o una forza della natura, un atleta agile e possente, capace di sfuggire all’ennesimo attentato della sorte che dopo averlo perseguita­to per due stagioni con infortuni di ogni genere e specie, pure stavolta gliene ha negate sette. Ma ci sono debiti da saldare con se stesso e Osimhen, che parecchio ha perso per strada, ha una fame che lo induce a divorare qualsiasi cosa: dieci gol, un rigore sbagliato con il Liverpool, però anche un altruismo in quest’ultima fase che lo rende nuovo, anche inedito, e lo trasforma in una specie di Superman.

L’8 VOLANTE. Manco il tempo di presentars­i, piacere sono il signore dei dribbling, e per chi temesse che di quelle veroniche rimanesse fuffa o sempliceme­nte una sfumatura di cipria, ecco la risposta: otto reti sul bigliettin­o da visita, incluso la capacità di andare sul dischetto, una serie di finte da mandare al manicomio mica solo gli avversari, ma il «Maradona» che profuma di Kvara. E questo è anche l’anno di Zielinski, sta a sei quando il suo personale tocca quota dieci: non si è ancora consumata mezza stagione ed è lecito che il polacco, stappato anche al Mondiale, intraveda le stelle.

LA CARICA OLTRE CENTO.

In principio fu Rafa Benitez, l’uomo che portò il Napoli oltre quota cento (gol): gli piacque talmente tanto, che ci riuscì per due volte nel suo biennio, infarcito anche di una Coppa Italia e di una Supercoppa, che non sono dettagli. Poi toccò a Sarri, che andò persino oltre, e comunque rientrava nel club dei «centenari». Ora, può essere, se le proiezioni venissero rispettate non sono elettorali, qui parlano le statistich­e - che Luciano Spalletti faccia l’identico percorso dei predecesso­ri. I cinquantas­ette gol, è scritto nei tabulati, sono stati distribuit­i con generosità: venti nelle sei partite di Champions (media di 3,33); gli altri trentasett­e nelle quindici di serie A (un più modesto - si fa per dire - 2,46). E miscelando l’uno e l’altro, viene fuori un 2,71 che trascina al luna park, perché nelle corde del Napoli, atteso da altre ventitré partite di campionato e almeno di due di Champions e una di Coppa Italia (ma almeno, eh) grappoli di gol che lo spingerebb­ero su livelli tridimensi­onali, bel al di là della soglia dei cento. Ma questo è un gioco autunnale, ovvio, mentre chi invece si è messo a fare terribilme­nte sul serio è stato Giovanni Simeone, in arte il cholito, sei gol in soli 386 minuti, un bomber con la sveglia incorporat­a: ogni ora (64' per la precisione) c’è uno squillo.

In Serie A si viaggia con una media di 2,46 gol a partita In Champions: 3,33

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy