Corriere dello Sport

Da Firenze a Città del Capo l’avventura di Dario e Oliver

Diciottomi­la chilometri in bici: «La chiamiamo Odissea perché non sappiamo cosa ci accadrà»

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Diciottomi­la chilometri in giro per 2 continenti e 25 Paesi. Dario e Oliver hanno 19 e 18 anni e il 10 ottobre 2022 hanno iniziato il viaggio più assurdo della loro vita, da Firenze a Città del Capo in bici.

Tra 10 mesi diventeran­no i primi under 20 nella storia ad avere portato a termine un viaggio del genere e appena abbiamo sentito la loro storia ci è subito venuta una gran voglia di raccontarl­a, così abbiamo deciso di scrivergli su Instagram. Non sapevamo se e quando ci avrebbero risposto. Figuratevi se due che stanno viaggiando per il mondo in bici hanno tempo per risponderc­i! Alla fine però ce l’abbiamo fatta. Durante quella chiamata gli abbiamo fatto una proposta: realizzare con noi di Radioimmag­inaria un podcast settimanal­e per raccontare, tappa dopo tappa, la traversata impossibil­e di due adolescent­i pedalanti. Avevamo già il titolo: “Bike Bro”.

Domani, mercoledì 30 novembre, uscirà la prima puntata del podcast su tutti i canali di Radioimmag­inaria e andremo avanti per 10 mesi, ogni mercoledì dell’anno, con un episodio a settimana fino al giorno dell’arrivo. Quando li abbiamo chiamati erano in Spagna, seduti al bordo di una strada, faceva caldo e stavano pedalando già da più di un mese. Era il loro ultimo giorno in Europa. Di lì a poche ore sarebbero arrivati in Africa per iniziare la traversata, dal Marocco a Città del Capo senza mai scendere dalla bici. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Allora ragazzi, dopo 2000 km state per arrivare in Africa! Come state?

«Va tutto alla grande! Ora siamo ad Almeria, nel sud della Spagna e tra poche ore prenderemo il traghetto che ci porterà a Nador, in Marocco. Da lì inizieremo la traversata del continente. Fino ad ora il viaggio è andato benissimo ma la vera avventura inizia adesso».

Non succede a tutti di fare un giretto di 18.000 km…

«È nato tutto a luglio quando noi due eravamo distanti 500 km. È nato per telefono. Un giorno ci siamo scritti e abbiamo deciso di realizzare uno dei nostri sogni: un grande viaggio in bicicletta. A noi piace chiamarla Odissea perché, anche ora che siamo in viaggio, non sappiamo cosa ci aspetterà domani. È tutto super misterioso e questa cosa ci piace da morire. In 10 giorni abbiamo pianificat­o tutto e il 10 ottobre siamo partiti».

Ma a Firenze vi annoiavate così tanto?

«In realtà noi due siamo da sempre compagni di avventure, fin da quando ci conosciamo facciamo esplorazio­ni in montagna e lunghi viaggi in bicicletta. Allora quando è finita la scuola abbiamo deciso di buttarci a capofitto in un grande progetto che vogliamo fare da anni. In più amiamo il cinema e la fotografia e durante questo viaggio vogliamo raccontare a tutti quanto è bella la costa ovest africana».

Abbiamo capito che qualche pezzo della bici vi ha già abbandonat­o…

«Gli imprevisti meccanici li avevamo messi in conto, quando parti per un viaggio del genere sai già che prima o poi qualcosa succederà. Dieci giorni fa abbiamo preso un bel temporale e ci si è rotto il mozzo della ruota. In Europa però è abbastanza semplice trovare meccanici e pezzi di ricambio, quindi ne abbiamo approfitta­to per sistemare le bici in vista dell’Africa, ora sono perfette».

In pratica avete la bici di Batman, ma quanto avrete speso?

«Ahahahah, in realtà sono tutto il contrario di una Bat-bike, sono delle bici molto semplici. Abbiamo recuperato delle vecchie mountain bike degli anni 80, la meccanica è quasi elementare. Non immaginate­vi delle bici da corsa super moderne, hanno grossi limiti di peso, velocità e performanc­e ma a noi non interessa, siamo partiti con le bici più resistenti che abbiamo trovato e per noi vanno benissimo così».

A sentire parlare voi ci sembra tutto troppo facile. Come vi siete preparati psicologic­amente per questo viaggio?

«È dura, dopo 10 mesi di viaggio anche il tuo migliore amico diventa insopporta­bile. Si discute spesso ma solo per le cose più stupide che si possano pensare. Nei momenti veramente difficili però siamo una squadra forte, siamo amici da tanto e abbiamo già provato esperienze molto avventuros­e, poi in questo viaggio le difficoltà aumentano lentamente, in modo graduale».

Ma non vi annoiate a stare otto ore al giorno seduti su un sellino?

«No! Si possono fare un sacco di cose. Quando riusciamo a sopportarc­i parliamo, altrimenti ognuno sta per i fatti suoi, ascoltiamo musica e podcast. In Spagna ascoltare la musica per strada con le cuffiette è illegale, quindi abbiamo preso una cassa bluetooth. Facciamo il possibile per passare il tempo».

Come possiamo aiutarvi mentre siete in viaggio?

«Abbiamo aperto una campagna crowfundin­g dove è possibile aiutarci con delle donazioni, poi potete seguirci su Instagram, YouTube e ascoltando tutte le puntate di Bike Bro!».

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Le prime immagini inviate da Dario e Oliver A sinistra la copertina del podcast

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