Corriere dello Sport

Lo sbarco in Marocco: «Un altro pianeta»

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Quello che stanno facendo Dario e Oliver è una figata assurda. “I primi adolescent­i nella storia ad attraversa­re l’Africa in bici”, è una di quelle imprese di cui, tra 10 mesi, ne parlerà il mondo su tutti i giornali. Noi volevamo esserci dall’inizio perché è un po’ come se, su quelle bici anni 80 cariche di bagagli, ci fossimo un po’ tutti noi, incastrati tra una tenda e un fornellett­o da campeggio. Ci sono dei momenti in cui l’unica cosa che vorresti fare è andare via, lontano, senza dirlo a nessuno. Senti i piedi che scalpitano, il cuore che batte forte, vorresti solo iniziare a pedalare e perderti nel mondo, fino a quando le ruote della bici non si sgonfiano. Poi però non lo fai mai. Forse alla fine quella vita da cui a volte vorremmo tanto scappare non fa così schifo, oppure ci manca solo un po’ di coraggio. Loro però l’hanno fatto davvero e ascoltare la voce interrotta dal fiatone, il vento che soffia nel microfono e il rumore della catena che traballa su un asfalto sconnesso, ci fa eccitare moltissimo e ci fa davvero sentire parte di un mondo che ha ancora tantissimo da regalare… Anche per questo è nata l’idea del podcast! Qualche ora dopo essere scesi dal traghetto ci hanno mandato un video. «Siamo appena sopravviss­uti alla frontiera, qui è un altro mondo. Pensavamo che il Marocco fosse simile all’Europa, invece no. In 5 metri dopo lo sbarco eravamo su Marte. Domani comincerà la vera avventura. Fino ad ora erano solo giochetti, adesso son cavoli”. Continuate a seguire Bike Bro, da domani, ogni mercoledì su Radioimmag­inaria. Il viaggio è appena iniziato.

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