Ci pensa Koulibaly e il Senegal è in festa
L’ex napoletano firma il 2-1 finale con una conclusione al volo E poi una dedica sentita: «Il mio gol è per gli abitanti di Ischia»
I campioni d’Africa hanno cercato e ottenuto la vittoria che li porta agli ottavi: troveranno l’Inghilterra Ecuador attendista e punito
Giusto così. Agli ottavi di finale ci va la squadra che nello spareggio di Doha lo ha meritato di più, ci va il Senegal di Kalidou Koulibaly, il capitano che nel momento più difficile per la sua squadra ha dato la zampata decisiva. L’Ecuador ha sbagliato partita, ha lasciato un tempo intero nelle mani dei campioni africani e quando Alfaro ha cercato di rimediare cambiando assetto alla sua nazionale, il Senegal non si è tirato indietro e ha colpito di nuovo. Per qualificarsi doveva solo vincere, ha giocato per vincere e ce l’ha fatta: agli ottavi affronterà l’Inghilterra .
SOLO AFRICA. Era difficile comprendere l’atteggiamento dei sudamericani nel primo tempo, in campo c’era soltanto il Senegal, l’Ecuador aspettava il 90', non aveva altri obiettivi. Si difendeva ma lo faceva male, senza ripartire e senza il sostegno dei suoi tre attaccanti che consentivano a Sabaly a destra (Valencia lo ignorava) e Jakobs a sinistra di spingere sui corridoi esterni. Per tutto il primo tempo la partita è stata questa, come conferma anche il dato delle conclusioni: 12 a 2 per i campioni d’Africa. Il gol del vantaggio è arrivato con un calcio di rigore che Ismaila Sarr (imprendibile per Preciado) si era procurato e che ha poi trasformato: fallo netto di Hincapié dopo un errore macroscopico dello stesso frastornato Preciado. Funzionava tutto nel Senegal che sapeva di dover vincere per arrivare agli ottavi. L’Ecuador era irriconoscibile. Nelle prime due partite si era distinto per il palleggio e per la buona organizzazione fra i reparti, ieri così distanti l’uno dall’altro da permettere agli africani di riconquistare palla rapidamente e rovesciarsi nella metà campo degli avversari. Giusta la decisione del ct Cissé di affidare il centrocampo a Ciss e Pape Gueye, coppia insuperabile per il trio centrale ecuadoriano dove mancava Mendez (e si sentiva), ma l’Ecuador era completamente fuori partita.
CAMBIO ECUADOR. Alfaro ha modificato e non di poco la squadra con due cambi nell’intervallo. Fuori i passivi Franco e Gruenco, dentro Sarmiento e Cifuentes, centrocampo a due con lo stesso Cifuentes e Caicedo, poi
Plata, Sarmiento e Valencia alle spalle di Estrada. E’ cambiata la faccia dell’Ecuador, si è fatto più cattivo, più incisivo e dopo aver dormito per un tempo intero ha preso ad attaccare alzando la sua linea offensiva anche con i terzini Preciado e Estupinan. Per una ventina di minuti si è rivisto l’Ecuador delle prime due gare e non a caso è arrivato al pareggio. Angolo di Plata, testa di Torres e girata al volo di Caicedo appostato sul secondo palo. Sul primo c’era inchiodato Sabaly che ha tenuto in gioco l’ecuadoriano.
IL COLPO DI KK. A quel punto i sudamericani erano agli ottavi, dovevano solo resistere, ma nel giro di 150 secondi sono di nuovo crollati. Ancora un gol da situazione di calcio piazzato, punizione laterale di Gana Gueye, tocco sbagliato di Valencia che ha messo la palla sul destro di Koulibaly, il gigante che ama Napoli si è coordinato come fosse un brevilineo e di interno destro ha piazzato la palla alle spalle di Galindez. Per KK, il più anziano a segnare con la sua nazionale ai Mondiali, era pure la prima rete con il Senegal, dedicata con cuore alle vittime di Ischia: «Questo gol è per loro, per gli abitanti dell’isola, per dargli forza in questi momenti difficili». Aspettare così tanto valeva la pena. Eravamo solo al 25' della ripresa, restava tutto il tempo all’Ecuador per provarci ancora, ma in quella mezz’ora scarsa (con i 7' di recupero) non è stato in grado di creare pericoli dalle parti di Mendy. Anzi, l’unica buona occasione se l’è creata il salernitano Dia, che poi ha sbagliato la mira anche se non di molto.