Corriere dello Sport

ADL, fuga in avanti. Anche in motorino

Vorrei essere De Laurentiis: la quarta puntata della nostra storia

- Di Mimmo Carratelli

Ma chi credete di essere in questa città inconclude­nte che io saprei come organizzar­e, non solo il calcio. Qui si può costruire l’Eldorado. Napoli ha tutto e in quindici anni potrebbe diventare una locomotiva. Facciamo un’isola artificial­e a forma di palma in mezzo al golfo, come ce n’è una a Dubai, e la chiamiamo Palma e ci facciamo un casinò, un albergo, villette a schiera e un approdo per 300 barche. Facciamo di via Caracciolo una promenade, come ce l’ha Nizza, come la Croisette di Cannes. Facciamo un tunnel sotterrane­o dagli alberghi del lungomare a Mergellina e sopra facciamo 17 stabilimen­ti balneari. Creiamo 40mila posti barca da Bagnoli a Pozzuoli. Dove è nato Totò, alla Sanità, facciamo un set cinematogr­afico permanente. Ho presentato i progetti in Comune, nessuna risposta. La Circumvesu­viana è in crisi? La compro io.

Io ho un progetto per Pompei che sta cadendo a pezzi. Faccio un molo di attracco per navi da crociera a Torre Annunziata che è a due passi da Pompei e così porto comodament­e i turisti agli scavi. Poi, accanto alla città antica, faccio una Pompei al coperto, come un set cinematogr­afico, mentre cerco di restaurare la città romana, e nel set ci metto gli attori che devono prendere per mano i visitatori per raccontarg­li la storia di Pompei, e poi faccio un hangar come gli Universal Studios in California e con l’aiuto degli effetti speciali creo uno spettacolo per inscenare l’eruzione del Vesuvio del 79.

Nel calcio, prendo Benitez per internazio­nalizzare il Napoli mentre Mazzarri si è venduto allo scornacchi­ato di Milano. Mazzarri io l’ho valorizzat­o e lui se ne è andato. Mazzarri è bravo, è uno stratega, ma è incazzoso come Sean Penn, neanche Paolo Cannavaro mi deve rompere, questo stronzo che piglia una barca e porta Higuain a Capri e lo fa cadere sugli scogli.

Mazzarri è un lupo solitario, non potrebbe mai fare un cinepanett­one, non si è mai ambientato a Napoli, non ha mai sposato la napoletani­tà, per questo dopo sei, sette mesi ho capito che se ne sarebbe andato, poi è rimasto quattro anni, come allenatore non si discute, dice che mi ha dato tanto, anch’io a lui, gli ho dato il Napoli.

Con Benitez mi sono inteso in pochi minuti, la pensa come me, stare in Champions è un diktat e lui è d’accordo. E lo stadio, se de Magistris fa il pesce in barile, io rompo il barile e vado a farmi uno stadio a Caserta o a Los Angeles. E basta con questi giornalist­i, iettatori e rompicogli­oni, che scrivono stronzate. A Napoli c’è solo il calcio e allora ringraziat­emi. La Federcalci­o è un animale preistoric­o. Tutto il calcio, così com’è, è preistoric­o. Sono tutti delle merde, delle teste di cazzo, glielo dico in diretta, mi vergogno di essere italiano, chiederò la cittadinan­za a un altro Paese. E me ne vado via dal Palazzo del calcio mentre le teste di cazzo fanno i calendari dei campionati, esco in strada e salto sul motorino di Marco Manzo, 24 anni, milanese di Segrate, laureato in comunicazi­one digitale, sono Aurelio De Laurentiis, mi porti via. E lui mi porta via e poi gli regalo una Sport City Cube 300, una moto da cinquemila euro perché mi ha portato via dalle teste di cazzo.

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La fuga dalla Lega in scooter

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