Corriere dello Sport

Mac Allister e Alvarez c’è Argentina dopo Messi

L’Albicelest­e torna favorita per la vittoria finale: Scaloni ritrova la squadra e i gol Julian precario nel City, Alexis pupillo di De Zerbi al Brighton Nella serata-no di Leo ci sono loro: «Un sogno che si realizza»

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Questa non è solo una collezione di fuoriclass­e, dai quali aspettarti il colpo risolutivo. Questo è anche un gruppo che di tanto in tanto tira fuori il protagonis­ta a sorpresa, che riesce a mascherare le difficoltà del singolo. L’Argentina ha battuto la Polonia senza Messi (rigore parato da Szczesny, che ieri gongolava nonostante il ko: «Il massimo parare un rigore al mondiale a colui che ritieni il più forte giocatore del mondo»), che era in serata negativa, ma ritrovando la squadra. Un elemento che la riporta con decisione tra le favorite di questo Mondiale. Si è vista finalmente la partita che chiedeva il selezionat­ore, Lionel Scaloni, che adesso comincia a raccoglier­e i frutti del lavoro. Ieri la formazione era quasi trasgressi­va per la rinuncia volontaria a Lautaro Martinez in favore di Julian Alvarez, giovane attaccante precario del Manchester City. Ma anche per il lancio di Enzo Fernandez, terzo regista in altrettant­e partite, e per il recupero di Romero, il peggiore contro l’Arabia Saudita e ieri inflessibi­le contro Lewandowsk­i. Eppure ogni scelta tecnico-tattica ha pagato.

PROTAGONIS­TA.

A sbloccare il risultato ha poi pensato una mezz’ala forse sottovalut­ata, Alexis Mac Allister, pupillo di De Zerbi al Brighton. Alla decima presenza in Nazionale, ha segnato il primo gol. Un gol pesantissi­mo perché ha fatto esplodere un Paese intero, cancelland­o definitiva­mente il ricordo saudita. «Per me è un sogno che si realizza, ho segnato in un Mondiale - ammette, ancora prima di fare la doccia - E’ incredibil­e, certe emozioni sono difficili da spiegare». L’Argentina non si è disunita neppure dopo il rigore sbagliato da Messi: «Siamo rimasti calmi dopo il rigore, continuand­o a fare il nostro gioco. Sapevamo che il gol prima o poi sarebbe arrivato perché l’Argentina aveva una marcia in più».

IL CUCCIOLO. Aveva ragione Mac Allister, sessantune­simo marcatore della storia argentina ai Mondiali. Lui è figlio d’arte: suo padre Carlos venne escluso all’ultimo momento da Bielsa per il Mondiale ‘94. Anche i suoi tre fratelli giocano tutti a calcio. La sua famiglia è originaria di Belmonte del Sannio, un paesino in provincia di Isernia. Alexis era attaccante, ma con il passare del tempo è diventato mezz’ala. E adesso è titolare nell’Argentina.

L’ALTRO. Titolare è anche Alvarez, che ha onorato al meglio la maglia numero 9 sulle spalle fulminando Szczesny da centravant­i esperto. A soli 22 anni anche lui può godersi la vetrina dopo il percorso di ambientame­nto in Premier League: con Guardiola, che lo utilizza saltuariam­ente, ha comunque già segnato 5 gol tra campionato e Champions. A questo punto si è conquistat­o il posto in Nazionale.

IL TABELLONE. Intanto l’Argentina può guardare avanti con grande ottimismo. Se elimina l’Australia negli ottavi, incontrerà la vincente di Olanda e Stati Uniti nei quarti. Non sembra una strada impossibil­e, soprattutt­o se Scaloni riavrà indietro il miglior Messi. Che non ha mai segnato in una fase a eliminazio­ne diretta dei Mondiali. Ora tocca a lui trascinare una nazione fino al sogno de «ser campeon».

Per Leo, Australia e poi la vincente di Olanda e Usa Percorso possibile

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ANSA/GETTY Protagonis­ti La felicità di Lionel Messi, 35 anni, dopo la fine della partita contro la Polonia: il campione del Psg ha fallito un rigore, ci hanno pensato Mac Allister e Alvarez a trascinare l’Argentina agli ottavi

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