Leo: «La nostra forza passa da questi ragazzi»
«Chi entra è sempre pronto L’unione sta facendo la differenza Ora non vogliamo fermarci»
«La miglior partita ai Mondiali». «L'Argentina è apparsa al momento giusto». «L'Argentina agli ottavi». Una esplosione di gioia e tutti i media concordi nell'applaudire, finalmente, la Seleccion. E il primo a raccontare la gioia subito dopo successo contro la Polonia la Pulga Messi. «Sbagliato il rigore - le parole del capitano felice - la squadra ne è uscita più forte. Eravamo sicuri». Poi il pensiero ai più giovani che hanno dato quella carica che era sicuramente mancata nel match d'esordio con l'Arabaia Saudita: da Mac Allister a Fernandez fino ad Alvarez. «Lo avevamo detto fin dall'inizio - ha proseguito - chi entra sa cosa deve fare ed è sempre preparato al meglio. È la forza di questo gruppo: l'unione e quando uno è chiamato, risponde». Poi l'Australia. «Conoscevamo il risultato, ma al di là di questo dobbiamo preparare le partite come facciamo sempre. Sappiamo che il prossimo incontro sarà molto duro. Abbiamo fatto un altro passo».
IL TIFO. DAll'Argentina al Qatar: i tifosi vicini e lontani (anche in Bangladesh i successi dell'Albiceleste sono vissuti come se si fosse a Buenos Aires) sono un'arma in più e lo sanno tutti i giocatori, a cominciare proprio da Messi che nemmeno ieri si è dimenticato di loro inviando un chiaro messaggio. «Si tratta dello stesso che abbiamo detto fin dall'inizio - ha concluso - anche quando abbiamo debuttato con una sconfitta, cominciando male. Tutti erano abbattuti e preoccupati: noi andiamo con tranquillità, il gruppo va avanti in questo modo, speriamo di poter continuare a dimostrare ciò che abbiamo fatto vedere in questa partita».
DAI KO S'IMPARA. Ma com'è
cambiata l'Argentina dalla prima partita l'ha spiegato semplicemente Rodrigo DePaul: «Anche dalle sconfitte si impara - ha sottolineato l'ex Udinese - ci siamo trovati una posizione che non era la nostra, ma la Seleccion ha tanto carattere e personalità. Io sono felice di mettermi questa maglia, amo il Paese dove sono nato e darò sempre qualche cosa in più». Una partita perfetta in tutte le zone del campo, anche in difesa dove Nicolas Otamendi è stato un baluardo insuperabile per il temutissimo Roberto Lewandowski: «Questa è una squadra che diventa più forte quando c'è pressione, è dimostrato - ha spiegato il difensore del Benfica - prima il Messico e questa volta un'altra finale
e mai abbiamo perso la concentrazione. Siamo coscienti e forti e a cominciare da ora inizia un'altra Coppa e qualunque sarà l'avversario dobbiamo pensare a noi cercando di funzionare come squadra come abbiamo fatto contro la Polonia. Lewandowski? Non lo scopro io è molto difficile, ma credo che questa volta lo abbiamo marcato bene, non ha potuto fare molto, però quello che importa è che la squadra ha giocato molto bene». Una pausa e poi l'Australia. «Andiamo con l'illusione per quello che verrà ha concluso - un altro avversario difficile, ma non dobbiamo regalare nulla per evitare sorprese e continuare a pensare al futuro».