Corriere dello Sport

Leo: «La nostra forza passa da questi ragazzi»

«Chi entra è sempre pronto L’unione sta facendo la differenza Ora non vogliamo fermarci»

- Di Roberto Zanni

«La miglior partita ai Mondiali». «L'Argentina è apparsa al momento giusto». «L'Argentina agli ottavi». Una esplosione di gioia e tutti i media concordi nell'applaudire, finalmente, la Seleccion. E il primo a raccontare la gioia subito dopo successo contro la Polonia la Pulga Messi. «Sbagliato il rigore - le parole del capitano felice - la squadra ne è uscita più forte. Eravamo sicuri». Poi il pensiero ai più giovani che hanno dato quella carica che era sicurament­e mancata nel match d'esordio con l'Arabaia Saudita: da Mac Allister a Fernandez fino ad Alvarez. «Lo avevamo detto fin dall'inizio - ha proseguito - chi entra sa cosa deve fare ed è sempre preparato al meglio. È la forza di questo gruppo: l'unione e quando uno è chiamato, risponde». Poi l'Australia. «Conoscevam­o il risultato, ma al di là di questo dobbiamo preparare le partite come facciamo sempre. Sappiamo che il prossimo incontro sarà molto duro. Abbiamo fatto un altro passo».

IL TIFO. DAll'Argentina al Qatar: i tifosi vicini e lontani (anche in Bangladesh i successi dell'Albicelest­e sono vissuti come se si fosse a Buenos Aires) sono un'arma in più e lo sanno tutti i giocatori, a cominciare proprio da Messi che nemmeno ieri si è dimenticat­o di loro inviando un chiaro messaggio. «Si tratta dello stesso che abbiamo detto fin dall'inizio - ha concluso - anche quando abbiamo debuttato con una sconfitta, cominciand­o male. Tutti erano abbattuti e preoccupat­i: noi andiamo con tranquilli­tà, il gruppo va avanti in questo modo, speriamo di poter continuare a dimostrare ciò che abbiamo fatto vedere in questa partita».

DAI KO S'IMPARA. Ma com'è

cambiata l'Argentina dalla prima partita l'ha spiegato sempliceme­nte Rodrigo DePaul: «Anche dalle sconfitte si impara - ha sottolinea­to l'ex Udinese - ci siamo trovati una posizione che non era la nostra, ma la Seleccion ha tanto carattere e personalit­à. Io sono felice di mettermi questa maglia, amo il Paese dove sono nato e darò sempre qualche cosa in più». Una partita perfetta in tutte le zone del campo, anche in difesa dove Nicolas Otamendi è stato un baluardo insuperabi­le per il temutissim­o Roberto Lewandowsk­i: «Questa è una squadra che diventa più forte quando c'è pressione, è dimostrato - ha spiegato il difensore del Benfica - prima il Messico e questa volta un'altra finale

e mai abbiamo perso la concentraz­ione. Siamo coscienti e forti e a cominciare da ora inizia un'altra Coppa e qualunque sarà l'avversario dobbiamo pensare a noi cercando di funzionare come squadra come abbiamo fatto contro la Polonia. Lewandowsk­i? Non lo scopro io è molto difficile, ma credo che questa volta lo abbiamo marcato bene, non ha potuto fare molto, però quello che importa è che la squadra ha giocato molto bene». Una pausa e poi l'Australia. «Andiamo con l'illusione per quello che verrà ha concluso - un altro avversario difficile, ma non dobbiamo regalare nulla per evitare sorprese e continuare a pensare al futuro».

 ?? GETTY ?? Alexis Mac Allister, 23 anni, è di proprietà del Brighton
GETTY Alexis Mac Allister, 23 anni, è di proprietà del Brighton

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy