Tunisia, vittoria storica ma è fuori dal Mondiale
Successo meritato della nazionale di Kadri anche se la sfida si chiude nel caos. Deschamps già qualificato, schiera una Francia rivoluzionata e rimedia una bruttissima figura Ora la Polonia Decide Khazri, il sogno ottavi però svanisce dopo tre minuti per
Il sogno della Tunisia è durato tre minuti. Lo ha spento un australiano, Mathew Leckie, che ha segnato il gol della vittoria della sua nazionale e l’ha qualificata accanto alla Francia strappandola alla nazionale africana. A cui rimane tutto il resto, il primo successo nella sua storia contro i campioni del mondo, una grande partita e il premio per l’orgoglio di un popolo. Ha vinto meritando di vincere anche se il finale è diventato un caos. Griezmann ha segnato all’ultimo degli 8' di recupero, l’arbitro di campo, il neozelandese Conger, dopo un primo consulto col Var, ha concesso il gol e fischiato la fine della gara, ma mentre le telecamere stavano entrando in campo il qatariota Al-Marri lo ha richiamato di nuovo davanti al monitor. Al-Marri è lo stesso (sempre al Var...) del folle rigore fischiato per il tocco di mano dell’uruguayano Gimenez contro il Portogallo. Chissà cosa si sono detti e soprattutto cosa hanno capito l’uno dell’altro. Fatto sta che Conger è andato a guardare e ha annullato la rete per un fuorigioco di Griezmann, perché ha considerato che la respinta di testa di Talbi un “not deliberate play”, una giocata non deliberata (la spiegazione è del numero 1 in fatto di arbitri, il nostro Edmondo Pinna): il tunisino non aveva il controllo del corpo, si estende in alto senza coordinazione, non poteva far meglio. In ogni caso, un altro caso arbitrale.
SPOCCHIA FRANCESE.
Se alla Tunisia resta una vittoria storica, alla Francia rimane una brutta figura, ma brutta davvero. Deschamps ha scherzato col fuoco dei nordafricani e, forte della qualificazione già conquistata (agli ottavi ora troverà la Polonia), ha ribaltato completamente la squadra sottovalutando i rischi a cui andava incontro. Non gli interessava il gioco, forse nemmeno la vittoria, diciamo che erano obiettivi secondari nell’ultima partita del girone, ma perdere contro la 30ª del ranking Fifa, quello no, era meglio se non succedeva. Didier voleva evitare cartellini gialli e infortuni, dare minuti alle riserve per tenerle su di giri in caso di necessità futura e far riposare i titolari in vista degli ottavi già conquistati. Questi obiettivi sono stati centrati con una squadra rivoluzionata, piena di ragazzi, alcuni messi fuori ruolo (e profondamente a disagio) come Camavinga terzino sinistro. Un solo giocatore è stato confermato per la terza volta da titolare, il classe 2000 Tchouameni. Il risultato finale di questa rivoluzione è stato però una sconfitta che brucia e ora per cancellarla la Francia dovrà arrivare fino in fondo in questo Mondiale. Ai Bleus mancavano organizzazione, spinta, aggressività, stavano giocando come fosse una partita di allenamento. Coman ha sbagliato (pessimo controllo) l’unica buona occasione del primo tempo, Fofana a dispetto del fisico era leggero come una piuma, Kolo Muani non si è quasi visto, l’ex viola e romanista Veretout ha passeggiato, c’era solo il desiderio di arrivare in fondo a questa partita senza perderla. Ma la spocchia, nel calcio, si paga a caro prezzo.
SPIRITO TUNISINO. Alla nazionale africana serviva un miracolo per acciuffare la qualificazione e c’è andata vicino, facendo tutto quello che poteva fare. Con spirito, coraggio e tanta voglia di crederci ha creato qualche opportunità per segnare già nel primo tempo quando ha concluso più dei campioni del mondo e ha fatto paura ai francesi quando Ghandri ha messo la palla alle spalle di Mandanda, però da posizione di fuorigioco. Poi il gol buono è arrivato nella ripresa col numero 10 Khazri, dopo che Skhiri aveva strappato la palla a Fofana e Laidouni (il migliore in campo) l’aveva spedita subito verso Khrazi. Deschamps è corso ai ripari, dentro Mbappé, Rabiot, Saliba e subito dopo Griezmann, ma era troppo tardi. La Tunisia ha resistito anche all’assedio finale.